del 22 ottobre 2008
di Lanfranco Palazzolo
(A fianco l'edizione di Respekt con le rivelazioni su Kundera e sotto il documento del ministero dell'Interno cecoslovacco)
L’insostenibile peso del sospetto. L'ex presidente ceco Vaclav Havel è sceso in campo per difendere Milan Kundera, esprimendo dei dubbi sul fatto che lo scrittore abbia potuto denunciare dei compatrioti alla polizia comunista come pubblicato recentemente da un settimanale ceco. “Penso che questo non sia accaduto e che non sia potuto accadere in maniera così stupida”, scrive l'ex dissidente dalle colonne del settimanale “Respekt”, lo stesso che ha pubblicato un rapporto della polizia relativo ad una denuncia fatta da Kundera il 14 marzo 1950, quando era studente a Praga. Il celebre autore di “L'insostenibile leggerezza dell'essere” si è difeso a spada tratta, tacciando
la denuncia di “pura menzogna”. “Anche se Kundera fosse andato veramente dalla polizia per avvertire che c'era una spia da qualche parte, cosa che secondo me non è accaduta, bisogna provare - almeno provare - a vederlo nel contesto dell'epoca”, prosegue Havel. Bisogna tenere presente, aggiunge l'ex presidente ceco, che all'epoca molte denunce erano motivate dalla paura e che “non era necessario essere uno zelante comunista o un fanatico per fare questo genere di cose”. “Giovani storici, siate prudenti! Se no farete, in buona fede, più male che bene, come i vostri nonni”, è l'appello agli addetti ai lavori di Vaclav Havel che poi si rivolge direttamente allo scrittore. “Milan, resti al di sopra della mischia! Lei sa sicuramente che c'è di peggio nella vita di una diffamazione sulla stampa”, scrive Havel che passò cinque anni nelle carceri comuniste prima di diventare l'artefice della “Rivoluzione de velluto” del 1989. “Se non si trattasse di uno scrittore noto in tutto il mondo, non sarebbe accaduto. Per cui concludo che è rischioso essere un bravo scrittore ed essere famosi. Ma ogni tempo bisogna prendere dei rischi”, conclude l'ex dissidente, anche lui letterato. Havel non nega che Kundera abbia fatto opera di delazione. Ma invita alla comprensione. Del resto, gli atti del ministero degli Interni cecoslovacco sono protocollati e non lasciano alcun dubbio in proposito. Se dobbiamo dire la verità non siamo stupiti di questa vicenda. Per decenni abbiamo creduto in buona fede alla pulizia morale di tanti scrittori. Ma alla fine ci siamo ricreduti su molti. Questo è successo con Gunter Grass ed oggi avviene nel caso di Milan Kundera. Nel caso di Kundera la situazione è diversa. Andare a fare la spia per far arrestare un uomo non è un atto semplice soprattutto se oggi sappiamo che Kundera ha aderito al Partito comunista cecoslovacco dal 1948 al 1950, gli anni più terribili dell’avvento dello stalinismo. E se lo ha fatto allora, non dobbiamo stupirci anche che abbia fatto quel gesto. E’ un peccato che Havel si sia speso per difendere il suo connazionale. Ma possiamo comprenderlo vista la crisi di fiducia che attraversa il suo paese. Ma siamo convinti che saranno davvero in pochi i connazionali pronti a capire quel gesto come ha chiesto Havel.
