
venerdì 15 maggio 2009
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Voce Repubblicana del 15 maggio 2009
di Lanfranco Palazzolo
Gli italiani all’estero possono votare per i nostri partiti oppure scegliere di votare per le forze politiche del paese Ue nel quale risiedono. Lo ha ricordato alla “Voce” l’onorevole Franco Narducci del Partito democratico, che ha espresso il parere della Camera sulle intese raggiunte dall’Italia con gli altri 26 paesi dell’Ue diritto di voto degli italiani residenti in Europa in vista delle prossime elezioni europee.
Onorevole Narducci, perché la Camera ha espresso in Commissione Esteri il parere su questo tema. Ci sono stati dei ritardi?
“Il parere che la Camera dei deputati ha espresso è importante affinché l’intesa possa essere pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dal Governo per poi essere inviata a tutti gli altri stati membri dell’Unione europea. Il parere della Camera era fondamentale. Il parere che abbiamo dato era favorevole, ma con due osservazioni. A nostro avviso resta il vulnus del voto della nostra comunità in Svizzera, dove ci sono molti italiani. Gli italiani non possono votare in loco perché la Confederazione elvetica non fa parte dell’Unione europea. Ma in questi anni c’è un novum: infatti, la Svizzera ha firmato accordi importanti con l’Ue per la libera circolazione delle persone. A mio parere il governo italiano avrebbe dovuto sondare la Svizzera per allestire dei seggi elettorali. E abbiamo chiesto di stipulare un intesa con la Svizzera”.
Qual è la seconda osservazione che ha formulato?
“Abbiamo chiesto al Governo di far sapere i dati della partecipazione al voto degli italiani all’estero distinguendo tra coloro che hanno votato per le liste italiane o per quello dello Stato in cui risiedono”.
Quindi gli italiani possono anche decidere di votare per i partiti del paese in cui risiedono?
“Le leggi elettorali per le elezioni europee varate dal 1979 in poi consentono agli italiani di fare un opzione. I nostri cittadini possono decidere di votare per i partiti tedeschi (se risiedono in Germania) oppure possono votare per i partiti italiani. L’importante è comunicare prima questa opzione nel comune estero dell’Unione europea in cui risiedono. Gli elettori sono ancora in tempo per esercitare questo diritto. Naturalmente è possibile anche votare in Italia. Ma il viaggio di ritorno per votare in Italia è sempre meno frequente. Inoltre, gli italiani all’estero possono anche scegliere di votare attraverso la rete diplomatica e consolare italiana all’estero”.
Il Parlamento ha agito tardi rispetto a questa esigenza?
“Credo che Governo avrebbe dovuto muoversi prima per cercare di sensibilizzare gli elettori all’estero. Ad un mese dal voto per le elezioni europee non ci sono spot elettorali. Questi spot non riguardano mai la sensibilizzazione del voto degli italiani all’estero. E quando ci sono vengono trasmessi tardi”.
In coda all'intervista, per farvi comprendere quanto sia complessa la procedura del voto per gli italiani all'estero pubblico alcune comunicazioni relative alle comunicazioni di alcune nostre ambasciate all'estero su questo argomento. Si tratta delle rappresentanze diplomatiche italiane ad Atene, Helsinki e Bruxelles.
Il manifesto abusivo di David Sassoli




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