di Lanfranco Palazzolo
Intervista a Mario Staderini
Riteniamo che ci siano dei risvolti illiberali nel ddl sulle intercettazioni. Lo ha detto alla “Voce Repubblicana” il segretario di Radicali Italiani Mario Staderini.
Mario Staderini, perché avete deciso di partecipare alla manifestazione della FNSI contro la legge sulle intercettazioni telefoniche?
“La nostra presenza alla manifestazione di Piazza Navona si spiega con i limiti di questo ddl sulle intercettazioni. Ci sono dei risvolti illiberali nelle norme che sono state votale al Senato. L’obiettivo che si sono posti sostenitori del disegno di legge è quello di cercare di impedire la denigrazione della classe dirigente italiana attraverso dei divieti alla libertà di stampa. Questa è un’operazione tipica da regime totalitario. Negli anni passati abbiamo vissuto un momento in cui la pubblicazione di alcuni aspetti della vita privata hanno consentito agli italiani, non
solo a quella stretta cerchia che aveva in mano quei documenti, le responsabilità politiche, ma anche situazioni nelle quali nascono situazioni di malaffare. Gli eccessi di questo tipo di notizie evidentemente ci sono. Sappiamo benissimo che in questi decenni la diffamazione è stata usata come strumento di lotta politica con la complicità della magistratura. E inserire nelle richieste di rinvio a giudizio inserendo paginate e paginate di intercettazioni non utili è qualcosa che favorisce la diffamazione a mezzo stampa. E proprio su quello avrebbe senso intervenire nella limitazione degli atti che poi possono essere trasferiti nel mondo dell’informazione. Il cuore di un intervento legislativo dovrebbe essere quello della tutela e dell’immagine di tutti gli italiani. E non solo di tutta la classe dirigente”.
Nell’articolato del ddl però non c’è una norma che punisce chi attacca la classe politica.
“No, non c’è. Ma noi parliamo di un effetto della legge. Le intercettazioni politiche vengono fatte quando riguardano la classe dirigente. Questo ddl interviene a tutela delle oligarchie che temono di essere colpite. Ecco perché chiediamo un rito immediato per il reato di diffamazione e la pienezza del diritto di rettifica. Il Governo Berlusconi non vuole inserire queste riforme. Il ddl deve essere modificato”.
Questa legge mira a tutelare il diritto alla riservatezza stabilito dall’articolo 15 della Costituzione?
“La costituzione è violata nel momento in cui si pone l’obiettivo di risolvere con un toppa lo svuotamento dei principi della Costituzione. Il fallimento della tutela dell’immagine dell’individuo mette in crisi sia il cittadino e il giornalista che devono essere tutelati. Il giornalista deve sottostare alle richieste di risarcimenti miliardari. Se la stampa viene limitata nell’informazione questo è un atto che non la tutela. Ecco perché è necessario garantire tutti”.
Mario Staderini, perché avete deciso di partecipare alla manifestazione della FNSI contro la legge sulle intercettazioni telefoniche?
“La nostra presenza alla manifestazione di Piazza Navona si spiega con i limiti di questo ddl sulle intercettazioni. Ci sono dei risvolti illiberali nelle norme che sono state votale al Senato. L’obiettivo che si sono posti sostenitori del disegno di legge è quello di cercare di impedire la denigrazione della classe dirigente italiana attraverso dei divieti alla libertà di stampa. Questa è un’operazione tipica da regime totalitario. Negli anni passati abbiamo vissuto un momento in cui la pubblicazione di alcuni aspetti della vita privata hanno consentito agli italiani, non

Nell’articolato del ddl però non c’è una norma che punisce chi attacca la classe politica.
“No, non c’è. Ma noi parliamo di un effetto della legge. Le intercettazioni politiche vengono fatte quando riguardano la classe dirigente. Questo ddl interviene a tutela delle oligarchie che temono di essere colpite. Ecco perché chiediamo un rito immediato per il reato di diffamazione e la pienezza del diritto di rettifica. Il Governo Berlusconi non vuole inserire queste riforme. Il ddl deve essere modificato”.
Questa legge mira a tutelare il diritto alla riservatezza stabilito dall’articolo 15 della Costituzione?
“La costituzione è violata nel momento in cui si pone l’obiettivo di risolvere con un toppa lo svuotamento dei principi della Costituzione. Il fallimento della tutela dell’immagine dell’individuo mette in crisi sia il cittadino e il giornalista che devono essere tutelati. Il giornalista deve sottostare alle richieste di risarcimenti miliardari. Se la stampa viene limitata nell’informazione questo è un atto che non la tutela. Ecco perché è necessario garantire tutti”.