Intervista a Massimo CacciariVoce Repubblicana del 11 settembre 2010
di Lanfranco Palazzolo
Nel Pdl ci sono due destra molto diverse. La loro incompatibilità sarebbe prima o poi esplosa. Lo ha spiegato alla “Voce Repubblicana”, l’ex sindaco di Venezia, il filosofo Massimo Cacciari.
Onorevole Cacciari, cosa pensa di quello che sta accadendo nel centrodestra? Crede ce si giungerà presto al voto? E cosa ha sbagliato Silvio Berlusconi?
“Si aperta una grave crisi all’interno del Popolo delle libertà. Questa è una grave crisi politica, strategica, di orientamento generale, culturale. Quesa situazione poteva esplodere prima oppure avrebbe potuto verificarsi nei prossimi mesi, ma era evidente che c’era. Lo scontro in campo è tra una destra finiana, europea contro una destra molto diversa che ha dei caratteri populisti e demagogici, rappresentata da Silvio Berlusconi. Tra queste due destre c’era un’assoluta incompatibilità. Ed era chiaro che questa situazione sarebbe prima o poi esplosa all’interno del Popolo delle libertà. Mi auguro che per il bene comune non si vada subito alle elezioni politiche in un clima che è caratterizzato da scontri durissimi e da un clima drammatico. Ogni partito pensi ai propri problemi. E si presenti agli elettori con un proprio programma e non semplicemente demonizzando l’avversario. Per il futuro prossimi mi auguro questo”.
Crede che sia possibile una destra moderna ed europea come quella di Fini o teme che questa sia una finzione politica finalizzata esclusivamente alla conquista del potere?
“Me lo auguro. Personalmente ritengo Gianfranco Fini perfettamente credibile. Tutti hanno visto che l’attuale Presidente della Camera ha avuto un percorso personale ed intellettuale, morale, chiarissimo ed inequivocabile. Quindi lo ritengo perfettamente credibile. Poi non saprei dire se Fini è in grado di costruire quella che possiamo definire come un ‘destra europea’. Ma credo che questo non lo sappia nemmeno lui”.
Perché lei non crede più al bipolarismo?
“Credo che in Italia il bopolarismo sia finito. Ci credevo. Un tempo ritenevo che fosse l’unica soluzione politica adeguata. Ma sia nel Popolo delle libertà che nel Partito democratico hanno giocato questa carta che peggio non potevano. Il giorno dopo che il Pd è nato e aveva detto che era un partito maggioritario ha immediatamente imbarcato come alleato il partito di Antonio Di Pietro. E nel Pdl hanno fatto un’ammucchiata senza capo né coda”.
Ha rimpianti per la cosiddetta “Prima Repubblica”?
“No, non ho rimpianti per la cosiddetta ‘Prima Repubblica’. Non ho mai avuto rimpianti per niente”.
La fine del bipolarismo non rappresenta anche questo ritorno?
“Penso che basti una legge elettorale con uno sbarramento alto del cinque per cento oppure tornare ai collegi uninominali. Questo costringerà i partiti a coalizioni vere”.
Il berlusconismo è finito?
“Sì, è finito”.