Voce Repubblicana del 7 aprile 2011
di Lanfranco Palazzolo
I talk-show non possono ignorare le prossime elezioni amministrative. In questo voto saranno chiamati ad esprimersi 14 milioni di italiani. Lo ha detto alla “Voce” il senatore Alessio Butti, capogruppo del Pdl in Vigilanza Rai.
Senatore Butti, la Vigilanza ha approvato il regolamento sulle tribune politiche in vista delle elezioni amministrative. Come è andata e che ruolo di mediazione ha svolto il Presidente della Vigilanza Sergio Zavoli?
“Non c’è stata alcuna opera di mediazione. Tutto si è svolto con grande chiarezza. Noi abbiamo presentato degli emendamenti al regolamento per la Par condicio sulle amministrative. Il Presidente della Commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli, li ha ritenuti inammissibili. Abbiamo manifestato la nostra contrarietà con dovizia di particolari. Il nostro comportamento è stato responsabile. Abbiamo evitato di chiedere la revisione del suo parere sull’ammissibilità degli emendamenti presentati. Non ci sembrava il caso di attivare la procedura che prevede il coinvolgimento dei Presidenti dei due rami delle Camere per situazioni di questo caso. Dopodiché abbiamo presentato un nostro emendamento relativo alla questione relativa all’informazione dei talk-show. Il Presidente della Commissione Zavoli ha fatto proprio questo emendamento. Quindi non c’è stata nessuna mediazione da parte di Zavoli. Se Zavoli non avesse fatto proprio il nostro emendamento avremmo votato contro il regolamento: punto. Ricordo che è il centrodestra ad avere la maggioranza in questa Commissione bicamerale. Altrimenti il regolamento non sarebbe passato”.
Quali sono i punti caratterizzanti di questo regolamento?
“Rispetto alla prima bozza presentata, relatore Zavoli, riferita alle strutture regionali della Rai, noi abbiamo inserito un termine ‘nazionale’ per far comprendere che nemmeno i talk-show potevano esimersi, in campagna elettorale, dal rispetto delle norme sulla par condicio. Qualcuno dimentica che, in queste elezioni amministrative, voteranno almeno 14 milioni di italiani. Non si tratta di un appuntamento sul quale è necessario ironizzare. Zavoli aveva regionalizzato molto la questione. Zavoli aveva ripreso alcune questioni regolamentari di qualche anno fa. A noi potevano anche star bene, ma abbiamo inserito la norma che i talk-show devono rispettare la par condicio”.
La vera battaglia su cui vi confronterete sarà quella dell’atto di indirizzo sul pluralismo?
“Sono quattro mesi che di quest’Atto, di cui sono relatore, si discute. Io stesso ho modificato il testo dell’Atto sulle indicazioni dell’opposizione e del Presidente. L’ho fatto perché ritenevo che quel testo fosse emendabile. Nonostante tutto questo abbiamo scoperto che il centrosinistra pensa a mettere in atto il suo ostruzionismo. E di questo siamo molto dispiaciuti”.