Intervista ad Antonello Biagini
Voce Repubblicana, 23 giugno 2012
di Lanfranco Palazzolo
L'università pubblica italiana può fare ancora molto
per la cooperazione internazionale. Lo ha detto alla “Voce Repubblicana” il
professor Antonello Folco Biagini, Prorettore per la cooperazione e i rapporti
internazionali dell'università “La
Sapienza” di Roma al termine del convegno dal titolo “La Sapienza per la
cooperazione internazionale allo sviluppo: prospettive e proposte Sapienza
Millennium University”.
Prof. Biagini, la cooperazione internazionale allo
sviluppo vive una grande crisi. Cosa possono fare le università italiane?
“In questi ultimi anni, in Italia, sono cambiati i
modelli di cooperazione. La cooperazione internazionale italiana è nata in modo
confuso e senza un quadro molto chiaro. Molti si chiedono se la cooperazione
sia uno strumento della politica estera del nostro paese oppure se debba
restare disgiunto da questa. Negli ultimi quattro anni, da quando il rettore
dell'Università Luigi Frati ha deciso di creare un prorettorato per la
cooperazione, ci siamo dedicati a recuperare tutti i progetti all'interno della
Sapienza per la cooperazione. E abbiamo scoperto un mondo che non era
conosciuto nemmeno dalla realtà accademica dell'università. Ci sono alcune
facoltà che hanno una vocazione per la cooperazione internazionale. Alludo alle
facoltà di ingegneria e a quella di Medicina. La differenza di obiettivo tra
noi e le altre organizzazioni della cooperazione è che noi pensiamo di agire
sul fronte della formazione. Questo per noi è molto importante. L'obiettivo
della cooperazione dell'università non è quello di affrontare un'emergenza, ma
di formare nuovi quadri, di creare le condizioni per l'autosufficienza di un
paese. Il ministero degli Esteri, grazie alla Direzione Generale, ci ha
aiutato. Oggi noi sappiamo quello che fanno le altre università italiane nel
campo della cooperazione perchè esiste un'anagrafe delle università che
agiscono in questo campo. Questo è solo un primo passo”.
Quali rapporti avete con il ministero alla
Cooperazione internazionale e con il ministro Andrea Riccardi?
“Abbiamo incontrato il ministro Riccardi un mese fa
per lanciare un forum delle università sulla cooperazione allo sviluppo. In
vista di questo appuntamento, la nostra università intende portare un suo
contributo autonomo su quello che abbiamo fatto. Negli ultimi anni il nostro
ateneo ha messo a disposizione un suo budget”.
L'università italiana ha ancora la forza di sostenere
questi progetti?
“Nonostante tutti i tentativi di abbattere questa
università, abbiamo ancora la forza per portare avanti progetti importanti. Al
di la delle polemiche, l'università italiana ha ancora tante forze per andare
avanti. Noi abbiamo ancora una grande forza nel campo formativo e in quello
culturale”.