Voce Repubblicana, 12 luglio 2012
Intervista a Paolo Izzo
di Lanfranco Palazzolo
Gli
italiani amano molto le battaglie laiche, ma non si sporcano le mani
combattendole. Lo ha detto Paolo Izzo, redattore di “I laic – Un
anno di cronache laiche”, volume edito da Tempesta e curato da
Cecilia M. Calamani che raccoglie gli articoli pubblicati nell’ultimo
anno sul tema della laicità.
Paolo
Izzo, in questo volume avete voluto realizzare una raccolta
sull’impegno dei laici nell’ultimo anno. Che tipo di bilancio di
può fare?
“Io
temo che questo diario di ‘Cronache laiche’ riporti, a distanza
di mesi dalla pubblicazione di questi articoli, che non sono cambiate
molte cose sulla laicità. E non è cambiato nulla dopo mesi e mesi
di scandali che hanno colpito la Chiesa cattolica. E non si è
ammorbidita quella ingerenza da parte del Vaticano e quella
genuflessione praticata dal nostro paese nei confronti della Chiesa.
La situazione è molto difficile perché vediamo messa in discussione
la legge sull’aborto e resta in vigore una normativa sbagliata come
la legge 40, che vieta la fecondazione eterologa. Nel frattempo, gli
scandali vaticani sono frequentissimi: mi riferisco ai casi relativi
alla pedofilia, ma anche alle inchieste sulla corruzione e sul
potere. Tuttavia, la voce della Chiesa si alza più forte che mai”.
I
laici hanno una particolare difficoltà a mettere a punto un’azione
comune?
“E’
vero che non esiste un’azione comune su questi temi, soprattutto
quando si avvicinano le campagne elettorali. Le forze politiche hanno
paura a manifestare questa o quella posizione. Questo è un
atteggiamento tipico del Pd”.
Ritiene
che il Pd sia incapace a portare avanti delle battaglie laiche?
“Per
fortuna, nel Partito democratico ci sono varie anime. Il fatto stesso
che ci siano i radicali in Parlamento, che si sono presentati nelle
liste del Pd, è un elemento molto importante. Anche nel Pd ci sono
resistenze verso le tematiche laiche. Penso ai settori della
ex-Margherita, che hanno posizioni molto vicine a quelle
dell’ortodossia cattolica. Se il Pd si alleerà con l’Udc sarà
difficile parlare di temi legati alla laicità”.
Ritiene
che gli italiani siano più laici a parole che nei fatti?
“Noi
abbiamo titolato il nostro libro con il termine ‘I laic’ per fare
il verso ad un’espressione inglese. E’ curioso che ci siano tante
persone pronte ad abbracciare le battaglie laiche, ma quelli che poi
si sporcano le mani sono veramente pochi. E lo dimostrano certe
nostre manifestazioni. Quando si tratta di scendere in piazza si
mobilitano poche persone”.
Pensa
che in Italia, diversamente di quanto fanno i cattolici, manchi un
associazionismo laico?
“Nel
fronte laico esiste una compattezza evidente sul fronte
dell’informazione che non trova sbocchi nell’associazionismo. In
questo i cattolici hanno dimostrato di essere più uniti e compatti”.