Voce Repubblicana, 7 novembre 2012
Intervista a Rinaldo Vignati
di Lanfranco Palazzolo
Il centrodestra non ha dato voti al
Movimento cinque stelle. Questi voti arrivano dal centrosinistra. Lo ha detto
alla “Voce Repubblicana” Rinaldo Vignati ricercatore dell'istituto Carlo
Cattaneo a proposito dei flussi elettorali al Comune di Palermo dalle elezioni
amministrative dello scorso maggio a quelle regionali della scorsa settimana.
Rinaldo Vignati, quali sono le
valutazioni scientifiche che avete tratto dall’analisi dei flussi elettorali
nelle sezioni del Comune di Palermo in queste ultime due consultazioni?
“In
questi ultimi mesi ci sono stati dei cambiamenti notevolissimi. Ecco perché
l’analisi fatta su questa grande città assume un valore molto importante. Il
confronto tra questi due voti ci permette di capire elementi molto
interessanti. L’elemento più importante di queste elezioni regionali è stato
l’aumento dell’astensione, che ha superato il 50 per cento. E in secondo luogo
il boom del Movimento Cinque stelle, che alle consultazioni di qualche mese fa
non aveva ancora sfondato a Palermo ed era sotto il 5 per cento”.
Su quali elementi vi siete concentrati
nella vostra analisi?
“Abbiamo
cercato di capire da dove venivano gli astenuti e da dove venivano gli elettori
del Movimento cinque stelle. La nostra analisi si è svolta sul modello di
Goodman, che è stato applicato alle 600 sezioni palermitane. Grazie a questo
lavoro si arriva alle stime dei singoli flussi elettorali tra i partiti e,
eventualmente, anche sulle astensioni”.
Da dove proviene il voto degli astenuti?
“Da
una parte proviene da quelli che possiamo considerare come gli astenuti
storici, quelli che si erano astenuti alle precedenti elezioni comunali di
maggio. L’altra parte degli astenuti arriva dagli elettori che possiamo
considerare di debole identificazione partitica, che alle ultime elezioni
comunali aveva votato per un sindaco senza scegliere un partito oppure da chi
aveva votato la lista personale del sindaco o chi aveva sostenuto i piccoli
partiti. L’altro gruppo degli astenuti arriva da quei partiti che hanno
cambiato la loro collocazione della ultime elezioni comunali. Il cambiamento
delle alleanze ha finito per allontanare parte dei loro elettori”.
A chi si riferisce?
“Mi
riferisco soprattutto alle forze del cosiddetto terzo polo, come l’Udc, Fli,
l’Mpa e Grande Sud. Questi partiti erano legati al centrodestra, ma poi hanno
fatto una scelta diversa alleandosi con il Partito democratico. I loro elettori
si sono sentiti disorientati e non li hanno votati”.
Gli elettori del M5s da dove arrivano?
“Dall’area
degli elettori a debole identificazione partitica: che aveva votato per
Ferrandelli, per le piccole liste. E l’altro flusso arriva dalle forze della
sinistra radicale, dall’Idv e da Sel. Il M5s non prende voti dal centrodestra,
ma solo dal terzo polo”.