Intervista a Federico Gustavo Pizzetti
Voce Repubblicana, 5 dicembre 2012
di Lanfranco Palazzolo
La
riforma della Legge elettorale non può impedire la rappresentanza di forze e
partiti politici che hanno un largo seguito popolare. Lo ha detto alla “Voce
Repubblicana” il professor Federico Gustavo Pizzetti, professore associato di
Istituzioni di Diritto Pubblico presso l'Università di Torino.
Professor
Pizzetti, lei ha pubblicato un articolo su “Astrid” analizzando le difficoltà
di una riforma elettorale approvata alla fine della legislatura. Negli ultimi
mesi era stata la Corte
dei diritti umani del Consiglio d'Europa
(la CEDU)
a pronunciarsi su questo argomento. Lei cosa ha scritto nel suo articolo?
“Il
mio articolo prendeva le mosse da una sentenza della Corte dei diritti
dell'Uomo di Strasburgo, chiamata a pronunciarsi sul ricorso presentato da Ekoglasnost contro la Bulgaria. Ekoglasnost era un partito
che era stato escluso alle recenti elezioni bulgare. L'accusa dello Stato
bulgaro contro questo partito era di non aver soddisfatto alcuni requisiti per
la presentazione delle liste per il rinnovo dell'Assemblea nazionale. La nuova
normativa sulla legge elettorale era stata introdotta nel paese a due mesi
dalle elezioni”.
Cosa
ha fatto questo partito?
“Ekoglasnost
ha presentato tutti i ricorsi possibili e permessi dall'ordinamento interno
bulgaro e poi ha presentato un ricorso alla Corte Europea per i diritti
dell'Uomo. La Corte
si è pronunciata dicendo che il troppo poco tempo dato, alle forze politiche e
ai partiti, di potersi adeguare non ha permesso a questi soggetti di
presentarsi al voto. Questo comportamento dello Stato bulgaro, in pratica,
violava l'articolo 3 del Protocollo addizionale della Carta dei Diritti
dell'Uomo che riconosce il principio delle libertà fondamentali nell'ambito
dello svolgimento di elezioni democratiche. Il punto mi è parso molto
interessante anche per la situazione attuale. La CEDU sostiene che viene data
prevalenza al principio della stabilità della legge elettorale, dicendo che la
legge elettorale non deve impedire a partiti che godono di un largo seguito
elettorale, di presentarsi al voto. Inoltre, la Corte specifica che la legge
elettorale non può essere cambiata a meno di un anno dal voto. Se la nuova
legge elettorale impedisce il ricambio, questo diventa un grave problema di
violazione dei diritti di rappresentanza”.
E'
giusto che il Presidente della Repubblica intervenga su una questione così
importante?
“Nel
contributo che ho pubblicato su 'Astrid' ho scritto che il Capo dello Stato può
essere chiamato a valutare la compatibilità della nuova legge elettorale, nei
suoi contenuti specifici, qualora la legge verrà votata dal Parlamento.
All'atto della promulgazione il Presidente della Repubblica deve anche tenere
conto del pronunciamento della CEDU. E questo lo vedremo al momento opportuno”.