martedì 31 dicembre 2013
lunedì 30 dicembre 2013
Qui ci vuole un sindaco a tempo pieno
IL TEMPO
30 dicembre 2013
di Lanfranco Palazzolo
Firenze
ha bisogno di un sindaco full-time. Lo ha detto a “Il Tempo” l'ex assessore al
Comune di Firenze Claudio Fantoni, unico avversario di Matteo Renzi alle
primarie del Pd a Firenze.
Claudio
Fantoni, cosa sta accadendo a Firenze sulle elezioni primarie e perché in
passato ha abbandonato la giunta Renzi?
“La
rottura con Matteo Renzi è un fatto ormai noto. Ho lasciato la Giunta di
Firenze a causa delle divergenze politiche con Renzi sulle politiche di
Bilancio e sulla tenuta dei conti del comune e sull'indirizzo oggettivo che
aveva preso la politica della giunta. Nelle politiche della spesa del Comune vi
erano degli elementi positivi, ma la politica del Comune era troppo
condizionata da fattori esterni e dalla campagna elettorale permanente di
Renzi. Questa situazione ha condizionato la politica di Matteo Renzi. Una parte
della base che mi ha proposto di candidarmi alle primarie per il Comune di
Firenze vuole che si ragioni sul futuro della città. Nessuno vuole che si pensi
che Firenze si trovi in una condizione di normalità”.
Qual
è il problema?
“Oggi
abbiamo un sindaco uscente al primo mandato che è diventato anche il segretario
del Partito democratico. Il problema che solleviamo nel Partito democratico non
è formale, ma è sostanziale. Come si fa a gestire due incarichi di questa
natura proprio nell'attuale momento?! Il buon senso dice che non è possibile.
Se il sindaco non recupera questo buon senso allora facciamo una verifica sullo
strumento democratico del Pd: le primarie. Questo è il punto che vogliamo
sollevare”.
Lei
ha più volte attaccato Renzi dicendo che l'azione politica del segretario del
Pd è incoerente. A cosa allude di preciso?
“Il
sindaco di Firenze Matteo Renzi ha dichiarato che vuole proporre la politica
delle larghe intese a Firenze, quelle larghe intese che ha contestato a livello
nazionale. E' da tempo che il segretario del Pd Renzi dice che una parte del Pd
fiorentino dovrebbe staccarsi dal partito, alludendo alla corrente di sinistra.
Ma il riferimento del leader del Pd non è solo alla sinistra del Pd, ma a tutta
quella parte del partito che solleva il tema di cui ho parlato prima: il futuro
della città. Firenze ha bisogno di un sindaco a tempo pieno. Il sindaco Renzi
ha detto che non ci sono problemi e che è disposto ad affrontare una scissione
se non si farà come chiede lui. Anzi, si sta preparando ad una coalizione di moderati
e di esponenti di centrodestra con l'appoggio di liste civiche. Non è
immaginabile un partito come il nostro alleato con la destra”.
In
queste settimane si stanno cercando di cambiare le regole delle primarie?
“La
Direzione Pd toscano, alla presenza di pochi elementi, ha determinato un nuovo
regolamento per le primarie. Su questo potrebbe esserci un ricorso. Lo scopo di
questa iniziativa è quello di evitare le primarie. Questa è una contraddizione
per Renzi che ha sempre invocato le primarie quando gli servivano e le ha
chieste anche quando i regolamenti non lo consentivano. Ricordo che Bersani
fece una deroga al regolamento del Pd per fare le primarie come le voleva
Renzi. Oggi a Firenze vediamo un film molto diverso”.
Perché ha criticato Renzi sulla gestione
urbanistica della città?
“A
Firenze stiamo andando verso la città metropolitana. Ma non si sta facendo
nulla per questo. Oggi manca un piano strategico per la città. Manca un vero
coinvolgimento delle energie migliori della città. E non sono state avviate
grandi opere per la città”.
La guerra per quel discorso nato insieme alla Repubblica
IL TEMPO, 30 dicembre 2013
di
Lanfranco Palazzolo
Tutta
colpa di Luigi Einaudi. Mai come quest’anno il discorso del Presidente della
Repubblica è stato così importante e atteso con polemica dai partiti politici. In
attesa delle parole del Capo dello Stato sulla situazione del Paese è opportuno
fare una carrellata sui discorsi di fine anno del Presidente della Repubblica.
In concomitanza a quando avviene in Germania, questa tradizione nasce il 31
dicembre del 1949 grazie al primo Capo dello Stato: Luigi Einaudi. A ricorrere
a questo messaggio non ci aveva pensato il primo capo provvisorio dello Stato
Enrico De Nicola. La ragione di questa scelta sta alla cautela istituzionale di
De Nicola che in passato era stato Presidente della Camera, tra il 1920 e il
1924, e aveva appoggiato alcune iniziative politiche di Mussolini. Per lui la
prudenza fu quasi un obbligo. Einaudi non aveva questo impaccio. Il suo
messaggio, in assenza della televisione, passa quasi del tutto inosservato
anche se vi è un appello a Dio, del tutto impensabile nei messaggi di fine anno
attuali: “Possa l’anno che sorge – afferma Einaudi -, con l’aiuto di Dio,
essere per tutti foriero di talune tra le soddisfazioni desiderate e possa il
suo volgere confortare di un’atmosfera di pace in cui sia a tutti dato di
realizzare nuove tappe sulla via del progresso e della pace”. Parole che
mettono d’accordo tutti nello spirito della nuova Carta costituzionale
approvata appena due anni prima. Il Presidente della Repubblica non ha mai
scritto questi messaggi da solo e si è sempre avvalso dell’aiuto di un
consigliere giuridico altamente qualiticato. Personaggi come Giovanni Gronchi e
soprattutto come Antonio Segni non si sarebbero mai affidati ad un messaggio
scritto di proprio pugno tante erano e continuano ad essere le insidie di questo
appuntamento. I discorsi presidenziali sembrano sempre tutti uguali a se stessi
con gli intermezzi legati ai fatti importanti dell’anno concluso. Il 31
dicembre 1963, nel suo secondo e ultimo messaggio, Antonio Segni ricorda come
“il nostro paese, nonostante le inevitabili difficoltà , continua ad avanzare
sulla via del progresso, tutto proteso nella attuazione dei principi di
giustizia sociale, di libertà democratica, di spirituale e materiale elevazione
posti a base dell'ordinamento repubblicano”. Neanche il Presidente più
contestato dalle sinistre riesce a provocare le ire delle forze politiche. Con
Giuseppe Saragat, nei messaggi di fine anno del Capo dello Stato fa il suo
ingresso il principio della lotta di classe
e dello scontento nei confronti della classe politica. Il 31 dicembre 1968 è
Saragat a mettere in evidenza i ritardi della politica: “Io stesso – afferma
Saragat - ebbi a parlare di crisi etico-politica, e c'è chi la individua nel
fatto che la società civile - nella sua marcia impetuosa - è in anticipo sulle
strutture politiche e sulle capacità di adattamento dei gruppi politici e
burocratici che le gestiscono: di crisi cioè nei rapporti tra cittadini e
stato. C'è del vero in tutto ciò, ma in questo modo si coglie solo un aspetto
del problema. La crisi, in realtà, è più vasta e ha un significato più
generale. Si tratta di una crisi nei rapporti tra i ceti popolari - contadini,
operai, impiegati di livello più modesto, in una parola di lavoratori meno
favoriti - e tutte le categorie dirigenti della nazione”. Non è un caso che
alla fine di quel mandato si ritorni sui passi della tradizione con Giovanni
Leone, un Presidente della Repubblica ingiustamente criticato. Tuttavia, nei
suoi messaggi di fine anno, Leone non rimuove nessuno dei problemi del paese.
Anzi, dimostra di non accettare le derive nella restrizione dei diritti
individuali di fronte al terrorismo quando, nell’ultimo messaggio del 31
dicembre 1977, ammette: “Il clima di paura e di violenza non può rimanere alla
lunga l'immagine di un paese civile. Bisogna riconoscere che vi sono stati in
questi ultimi tempi un più accentuato impegno, una grande sensibilità a anche
l'adozione di strumenti nuovi, posti in essere per la lotta alla violenza, al
terrorismo, al crimine, sulla base delle direttive del Governo, sostenuto dal
Parlamento e dalle forze politiche e sociali anche attraverso grandi
mobilitazioni democratiche. Troppo spesso però dimentichiamo che il crimine si
combatte soprattutto se viene isolato dalla coscienza civile, e mai coperto o
teoricamente giustificato”. Ma è con Pertini che arriva una svolta politica. La
caratteristica dei messaggi dell’esponente socialista è che sono messaggi di
sofferenza e di partecipazione. Spesso Pertini dichiara di non aver voglia di
parlare per non turbare il clima delle feste, Ma lo fa sempre anche dimostrando
di andare in una posizione diametralmente opposta a quella del governo come
quando, in piena corsa per il riarmo, propone una politica per il disarmo. Ma
Pertini non manca di attaccare anche l’Unione Sovietica, come fa, proprio lui
che aveva commemorato Stalin al Senato, il 31 dicembre 1981: “Siamo preoccupati
per quello che accade nell'Afghanistan. Ma come, noi che siamo stati
partigiani, che abbiamo lottato contro i nazisti e contro i fascisti per la
libertà, dovremmo rimanere indifferenti di fronte alla lotta che stanno
sostenendo i partigiani afghani contro il dominatore straniero [l’Urss, nda]?
La nostra solidarietà quindi ai partigiani afghani”. Ma il messaggio più breve
della storia dei discorsi di fine anno è quello di Francesco Cossiga il 31
dicembre 1991. Pochi mesi prima delle sue dimissioni anticipate, Cossiga
rivolge un brevissimo messaggio agli italiani nel quale annuncia di voler
tacere per non innevorsire il Pds, forza politica che ha promosso contro di lui
l’impeachment. Per questo motivo Cossiga si presenta agli italiani con un non
discorso: “Ed allora mi sembra meglio tacere. Vi sarà certo altra più
appropriata occasione per farvi conoscere il mio schietto pensiero ed i miei propositi.
Mi duole di avervi forse deluso Ma sono
certo che voi, gente comune del mio Paese, vorrete comprendermi e, se lo
ritenete, anche perdonarmi. Non voglio però farvi mancare questa sera, che
spero di gioia e di serenità, il mio sincero e caloroso augurio”. Qualche mese
dopo, il 28 aprile 1992, si dimetterà. Oscar Luigi Scalfaro non sarà da meno.
Il suo messaggio di fine anno più drammatico sarà quello del 31 dicembre 1994,
alla fine dell’esperienza del I governo Berlusconi, quando l’ultimo giorno dell’anno
arriva a sconfessare la politica del governo appena dimesso. Di fronte agli
italiani, Scalfaro tuona: “Noi abbiamo bisogno di stabilità politica. Abbiamo
bisogno di credibilità politica. Abbiamo bisogno di fiducia politica. Abbiamo
bisogno di aumentare stima e fiducia verso l'Italia sul piano internazionale.
Per tutto questo si chiede, giustamente, il massimo impegno al Presidente della
Repubblica. Si chiede il massimo impegno a tutti gli organi costituzionali
dello Stato. Ed è giusto!”. Oscar Luigi Scalfaro e tutti gli altri Presidenti
prima di Napolitano hanno in comune di non aver affrontato un secondo mandato.
Oggi ci troviamo, per la prima volta nella storia repubblicana ad un discorso
di fine anno di un capo dello Stato al suo secondo mandato. Un secondo mandato
che forse, nessuno dei suoi predecessori, avrebbe mai avuto il pudore di
accettare. A cominciare a Luigi Einaudi, un Presidente discreto e rispettoso
delle norme costituzionali.
Speciale messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica: l'ultimo messaggio di fine anno di Francesco Cossiga, 31 dicembre 1991
MESSAGGIO DI FINE ANNO AGLI ITALIANI
DELPRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA
FRANCESCO COSSIGA
Palazzo del Quirinale, 31 dicembre 1991
Care Cittadine
e cari Cittadini!
è tradizione
del nostro Paese che il Presidente della Repubblica,
alla fine del vecchio ed alla vigilia del nuovo anno,
rivolga un messaggio alla Nazione.
Ma di tradizione
pur sempre si tratta e non di legge imperativa: e ad
essa, per seri motivi, è legittimo, anzi può essere,
come nel caso presente, puranco doveroso, derogare.
Nei tempi
attuali e nel delicato momento presente, il mio messaggio,
il messaggio del Capo dello Stato, rappresentante dell'
Unità Nazionale, non potrebbe e non dovrebbe giammai
essere un evento soltanto formale, quasi un mero rito
di circostanza.
Non certo mancanza
di coraggio o peggio resa verso le intimidazioni ma
il dovere sommo, e direi quasi disperato, della prudenza
sembra consigliare di non dire, in questa solenne e
serena circostanza, tutto quello che in spirito e dovere
di sincerità si dovrebbe dire; tuttavia, parlare non
dicendo, tacendo anzi quello che tacere non si dovrebbe,
non sarebbe conforme alla mia dignità di uomo libero,
al mio costume di schiettezza, ai miei doveri nei confronti
della Nazione E questo proprio ormai alla fine del mio
mandato che appunto va a scadere il prossimo 3 luglio
1992.
Questo comportamento
mi farebbe violare il comandamento che mi sono dato,
per esempio di un grande Santo e uomo di stato, ed al
quale ho cercato di rimanere umilmente fedele: privilegiare
sempre la propria retta coscienza, essere buon servitore
della legge, ed anche quindi della tradizione, ma soprattutto
di Dio, cioè della verità.
Ed allora
mi sembra meglio tacere.
Vi sarà certo
altra più appropriata occasione per farvi conoscere
il mio schietto pensiero ed i miei propositi.
Mi duole di
avervi forse deluso Ma sono certo che voi, gente comune
del mio Paese, vorrete comprendermi e, se lo ritenete,
anche perdonarmi.
Non voglio
però farvi mancare questa sera, che spero di gioia
e di serenità, il mio sincero e caloroso augurio.
A voi tutti,
cittadine e cittadini delle cento città, delle mille
contrade di questo meraviglioso Paese, con animo fraterno
e sincerità di cuore, formulo i più fervidi voti augurali
di benessere e di serenità, per voi e per l' intera
comunità nazionale.
Per la nostra
Repubblica auspico ed alla nostra comunità civile auguro
un anno di forte impegno nella libertà e nel coraggio,
per il rinnovamento della società e per la riforma
delle istituzioni democratiche e repubblicane, per mandato
di voi, il popolo italiano, e con la vostra sovrana
sanzione.
Che Iddio
protegga e benedica l' Italia.
Viva l' Italia!
VIVA LA REPUBBLICA!
Speciale messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica: il messaggio di Sandro Pertini del 31 dicembre 1980
MESSAGGIO DI FINE ANNO AGLI ITALIANI
DELPRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA
SANDRO PERTINI
Palazzo del Quirinale 31 dicembre 1980
Italiane e italiani, cari amici,
vi confesso che ho esitato molto prima di
presentarmi dinnanzi alla televisione per porgervi il mio solito saluto
augurale per il Nuovo Anno che sta per sorgere.
Ho esitato perchè temo di portare nelle vostre
case una nota di tristezza. Nel mio animo non vi è che amarezza. Penso
alle vittime del cataclisma sismico che si è scatenato in zone
dell'Italia Meridionale. Sono andato subito sul posto ed ho assistito a
scene di dolore che mai dimenticherò. E penso ai sopravvissuti, che oggi
ricordano i loro morti e pensano al loro paese completamente distrutto e
alla loro casa che è un cumulo di macerie.
Ebbene noi non con le parole, ma con i fatti
dobbiamo cercare di confortare, di aiutare i sopravvissuti del
terremoto. Dobbiamo al più presto cercare di ricostruire i loro paesi e
le loro case con criteri antisismici. E qui il governo dovrà vigilare
perchè i criteri antisismici siano veramente osservati.
Vi è un'altra preoccupazione in me. Ed è
questa: che il cataclisma sismico che si è scatenato nel Mezzogiorno
d'Italia ripropone ancora il problema del Meridione. Se ne è sempre
parlato, se ne parla da generazioni, ma non è mai stato risolto. In
breve, bisogna fare in modo che ogni italiano trovi in Italia un posto
di lavoro e soprattutto nel Meridione. E' nel Meridione che la gente, i
giovani, non riescono a trovare lavoro e sono costretti ad andare
all'estero a mendicare un posto di lavoro. E' una sorte, questa, molto
triste che io ho conosciuto personalmente e che credetemi, è intessuta
di molti sacrifici ed anche di molte umiliazioni.
E colgo l'occasione qui per inviare il mio
saluto augurale a tutte le italiane e agli italiani che si trovano
all'estero, che fanno onore all'italia con il loro lavoro, con l'impegno
che mettono nel lavoro, con la loro intelligenza.
Altro motivo di preoccupazione di questa mia
tristezza è il terrorismo, che non dà pace al popolo italiano, di questo
terrorismo che si scatena,che turba la vita del nostro Paese. Un giorno
sapremo chi è che manovra questi terroristi, chi è che vuole
destabilizzare il regime democratico italiano, chi vuole distruggere
questa nostra Repubblica democratica, la cui conquista molto è costata
al popolo italiano.
Penso alle famiglie che piangono in questi
giorni i loro cari vittime del terrorismo, uomini che appartenevano alle
forze dell'ordine che fanno con tanto coraggio e con tanto impegno il
loro dovere, ai magistrati, alle famiglie dei magistrati, ai
giornalisti, i tecnici e funzionari delle aziende private. Ed allora,
pensando a questo terrorismo che si è scatenato in Italia, mi chiedo
ancora: chi è che vuole de stabilizzare il nostro regime democratico?
E' un interrogativo che pongo a me stesso, che
devono porsi tutti coloro che hanno a cuore le sorti del popolo
italiano e della democrazia. Ma vi è un conforto per me, una luce si
accende in questa mia amarezza, una luce di speranza e di conforto, ed è
che il popolo italiano ha dimostrato di saper affrontare queste
sventure con molta dignità, con molto coraggio e con molta fermezza.
Per quanto riguarda il cataclisma sismico,
abbiamo avuto la prova della generosità del popolo italiano. Il popolo
italiano, spontaneamente ha ritrovato la sua unità nazionale e la sua
concordia nazionale. Spontaneamente sono venuti aiuti alla gente del
Meridione vittime del terremoto, volontari, che si sono portati nelle
zone devastate dal cataclisma, specialmente molti giovani.
Vada la nostra riconoscenza all'esercito, alle
forze dell'ordine e ai vigili del fuoco che si sono prodigati con tanta
abnegazione. Questa è la generosità dimostrata dal nostro popolo.
Ma il nostro popolo dimostra anche del coraggio e della fermezza nell'affrontare il terrorismo.
Ho assistito a delle manifestazioni, l'ho già
detto, che si svolsero subito dopo l'assassinio di un uomo politico che
ho sempre considerato un uomo dal cuore puro, dall'intelligenza forte,
Aldo Moro, mio caro amico. Bene, in Piazza San Giovanni, colma di 400
mila persone, di tutti i ceti sociali, gli italiani erano li' a far
sentire la loro protesta. Altrettanto è avvenuto ai funerali
dell'operaio Rossa, a Genova, assassinato dalle "Brigate Rosse".
Trecentocinquantamila persone erano ai funerali del Giudice Alessandrini
a Milano. E poi a Piazza Maggiore, dopo l'orrenda strage di Bologna,
colma di cittadini venuti da ogni parte d'italia a far sentire la loro
protesta e la loro decisione di resistere al terrorismo.
Il popolo italiano intende fare barriera
contro il terrorismo per difendere la democrazia e la Repubblica.
Prendiamo atto di questa volontà del popolo italiano. Il popolo italiano
merita tutta la nostra ammirazione ed il nostro rispetto.
io sono orgoglioso di appartenere al popolo
italiano. Ripeto, il popolo italiano non si considera superiore ad altri
popoli, ma non è neppure inferiore agli altri popoli. Bisogna essere
degni del popolo italiano. Non è degno dél popolo italiano colui che
compie atti di disonestà. I corrotti ed i disonesti sono indegni di
appartenere al popolo italiano, e devono essere colpiti senza alcuna
considerazione.
Guai se qualcuno per amicizia o solidarietà di
partito dovesse sostenere questi corrotti e difenderli. In questo caso
la solidarietà, l'amicizia di partito diventa complicità ed omertà. Deve
essere dato, ripeto, il bando a questi disonesti ed a questi corrotti
che offendono il popolo italiano. Offendono i milioni e milioni di
italiani che pur di vivere onesti impongono gravi sacrifici a se stessi e
alle loro famiglie.
Io credo quindi al popolo italiano e sono
orgoglioso di essere italiano. io credo nei giovani, lo vado sempre
ripetendo. Centinaia di giovani hanno preso contatto con me quando ero
Presidente della Camera dei Deputati. Qui già 30 mila giovani in questi
due anni sono venuti a trovarmi. Ho sempre discusso con loro, discuto
con loro, intreccio con loro un colloquio, una conversazione come
fossimo antichi amici. Mi sento porre delle domande e dei quesiti molto
seri. Quindi la nostra gioventù è seria. .
E' vero, vi è una frangia di giovani che si
danno alla violenza, che si mettono sulla strada della droga, ma è una
minoranza. La stragrande maggioranza dei giovani è molto più seria di
quanto ne pensino certi anziani. Guai a noi se non credessimo nei
giovani, dovremmo disperare dell'avvenìre della Patria, perchè non siamo
più noi anziani che rappresentiamo questo avvenire, lo rappresentano i
nostri giovani.
Ed allora io ai giovani dico questo. Voi avete
il cuore pieno di speranze e noi abbiamo la nostra esperienza.
Camminiamo dunque insieme, da buoni amici, voi con le vostre ansie, con
le vostre speranze e con le vostre aspirazioni, noi con la nostra
esperienza. Camminiamo insieme nell'interesse dell'Italia.
Il mio pensiero ancora si rivolge a coloro che nel mondo lotta no contro la fame e contro la miseria.
Vedete, italiani e italiane, mentre io vi
parlo milioni e milioni di creature umane stanno morendo di fame. Nel
1979 - sapremo poi le cifre dell'anno che sta finendo - sono morti per
denutrizione nel mondo 18 milioni di bambini. Questa strage di innocenti
pesa come una condanna sulla coscienza di tutti gli uomini di Stato, e
quindi anche sulla mia coscienza. Si, sembra un sogno il mio, quando
dico che bisognerebbe arrivare al disarmo totale e controllato.
Con le guerre nulla si risolve. Ed il denaro
che oggi si spende e si sperpera, secondo me , per costruire ordigni di
morte che, se domani, per dannata ipotesi fossero usati farebbero
scomparire l'umanità dal nostro Pianeta, si usi invece, per sollevare
dalla fame tanti esseri umani, per combattere la fame nel mondo. Ecco,
si esalti la vita e si cerchi di condannare invece tutto ciò che può
causare la morte dell'umanìtà.
E' con questi sentimenti e con questi
propositi che io mi sono introdotto attraverso la televisione nelle
vostre case, italiani e italiane. Con animo fraterno io vi auguro che
l'anno 1981 porti serenità in voi, porti serenità nelle vostre famiglie e
auguro che i l 1981 sia un anno di pace e di progresso per il popolo
italiano.
Speciale messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica: il messaggio di Giovanni Leone il 31 dicembre 1976
MESSAGGIO DI FINE ANNO AGLI ITALIANI
DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIOVANNI LEONE
Palazzo del Quirinale 31 dicembre 1976
E' STATO QUESTO UN ANNO DIFFICILE E AMARO, UN
ANNO NEL QUALE SI SONO RIPROPOSTI NELLA LORO GRAVITÀ I PROBLEMI CONNESSI
ALLA SITUAZIONE ECONOMICA E ALL'ORDINE PUBBLICO. LA VIOLENZA DELLA
NATURA SI È ABBATTUTA SUL FRIULI; UN ENORME DRAMMA È SCOPPIATO A SEVESO;
LA VIOLENZA DEGLI UOMINI HA COLPITO MAGISTRATI, UOMINI DELLE FORZE
DELL'ORDINE, CITTADINI INERMI CHE SONO CADUTI SOTTO I COLPI DI UNA
CRIMINALITÀ SPIETATA. RIPENSANDO A TUTTO CIÒ, VI È QUESTA SERA UN PESO
SUL MIO ANIMO CHE MI RENDE PIÙ DIFFICILE IL COLLOQUIO CON VOI.
EPPURE SENTO DI DOVER AFFRONTARE ALCUNI TEMI,
COME A VOLER DARE UNA RISPOSTA A VOSTRI INTERROGATIVI. ANTEPONGO AGLI
ALTRI IL PROBLEMA DELLA GIUSTIZIA E DELLA SICUREZZA.
QUANDO GIORNI FA AFFERMAI CHE "IL SENSO DELLA
GIUSTIZIA È PROFONDAMENTE FERITO" NELL'ANIMO DEI CITTADINI, QUALCUNO SI
DOMANDÒ SE NON SIA QUESTA SFIDUCIA, QUESTA MANCANZA DI SICUREZZA LA
CAUSA VERA DEL MALESSERE CHE SI AVVERTE NEL PAESE.
EBBENE, IO SONO PROFONDAMENTE CONVINTO CHE
HANNO RAGIONE QUANTI CHIEDONO PRIMA DI OGNI ALTRA COSA SICUREZZA:, FORSE
LE DIFFICOLTÀ ECONOMICHE INDIVIDUALI, E DI CIASCUNA FAMIGLIA, SAREBBERO
PIÙ SOPPORTABILI SE NON SI AVESSE PAURA PER LA PROPRIA INCOLUMITÀ E PER
QUELLA DEI PROPRI FIGLI. MA, COME HO GIÀ DETTO IN PUBBLICHE
DICHIARAZIONI, NON BISOGNA LASCIARE LE FORZE DELL'ORDINE - CHE TANTE
VITTIME HANNO OFFERTO ALLA CAUSA DELLA GIUSTIZIA - IN PRIMA LINEA SENZA
SORREGGERLE CON UNA SALDA COSCIENZA POPOLARE CHE AIUTI LA LOTTA
ALL'EVERSIONE, AL TERRORISMO, ALLA CRIMINALITÀ.
DEVO POI CONFERMARE LE PREOCCUPAZIONI GIÀ
ESPRESSE PER ALCUNE ALLARMANTI SCARCERAZIONI, PER CERTE DECISIONI CHE
SEMBRANO DETTATE DA INSPIEGABILE SPIRITO DI INDULGENZA, PER LE
RESPONSABILITÀ NON INDIVIDUALI MA GENERALI CHE SONO ALL'ORIGINE DI GRAVI
EVASIONI CARCERARIE. MA, DETTO CIÒ, SENTO DI INTERPRETARE IL VOSTRO
SENTIMENTO NEL RENDERE OMAGGIO AI MAGISTRATI - CHE PAGANO ANCHE UN
TRAGICO TRIBUTO DI SANGUE IN QUESTA LOTTA CONTRO LA CRIMINALITÀ - E A
TUTTI GLI ALTRI OPERATORI DEL MONDO GIUDIZIARIO PER LO SFORZO CHE
COMPIONO - SPESSO IN CONDIZIONI DIFFICILISSIME - PER ASSICURARE IL
MIGLIOR FUNZIONAMENTO DELLA GIUSTIZIA .
RIPETO ANCORA CHE È MIA COSTANTE
PREOCCUPAZIONE CHE LA MAGISTRATURA E TUTTI COLORO CHE SONO RESPONSABILI
DELL'ORDINE PUBBLICO E DELLE STRUTTURE PENITENZIARIE- SIANO DOTATI DI
MEZZI ADEGUATI, MODERNI, IDONEI A CONSENTIRE CHE CIASCUNO COMPIA CON
SICUREZZA IL PROPRIO DOVERE.
MA IN CORRELAZIONE C'È UN'OPERA DI PREVENZIONE
CHE VA REALIZZATA. DA UNA PARTE, LA VITA SENZA LAVORO E SENZA
PROSPETTIVE DI INSERIMENTO SOCIALE, SPECIE NEI GRANDI AGGLOMERATI URGANI
E LE TENTAZIONI CHE QUESTA CONDIZIONE COMPORTA; DALL'ALTRA,
L'ESIBIZIONE DI RICCHEZZE O LO SPRECO DI ALCUNI; E, ANCORA: LE
SPEREQUAZIONI NEI TRATTAMENTI ECONOMICI; LE TROPPE PALESI INGIUSTIZIE;
IL DIFFUSO SENSO DI INSICUREZZA, TUTTO CIÒ CONTRIBUISCE AD ALIMENTARE LE
RADICI DI UNA CERTA CRIMINALITÀ O PER LO MENO A DARLE PRETESTO.
SONO SICURO CHE, RISPETTO A QUESTA REALTÀ, LA
STRADA INTRAPRESA DAL GOVERNO, CUI IL PARLAMENTO DÀ UN VALIDO APPOGGIO,
SIA QUELLA GIUSTA. SONO SICURO SOPRATTUTTO CHE LA DEMOCRAZIA HA I MEZZI
PER VINCERE QUESTA DURA BATTAGLIA .
INVITARE ALLA FIDUCIA È DUNQUE POSSIBILE?
LA SITUAZIONE ECONOMICA GENERALE LA CONOSCETE
BENE. MAI COME IN QUESTO PERIODO I PROBLEMI DELL'AUMENTO DEI PREZZI, DEL
RISTAGNO DELL'OCCUPAZIONE, DELLE DIFFICOLTÀ IN CUI VERSA IL MONDO
INDUSTRIALE, LA STESSA CRISI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SONO OGGETTO
DI DIBATTITI NEL PAESE, DI DECISIONI CHE CI COINVOLGONO E DI SACRIFICI
CHE CI SONO RICHIESTI. IN MOLTI DI NOI C'È TALVOLTA PERPLESSITÀ SULLA
EFFETTIVA UTILITÀ DI QUESTE RINUNZIE. E ANCHE QUI UN INTERROGATIVO
DOMINA GLI ALTRI: SE SI COMPIONO SACRIFICI, C'È SPERANZA CHE LE COSE
MIGLIORINO O LA SITUAZIONE INVECE È DESTINATA A PEGGIORARE?
VOI SAPETE BENE CHE IL PROBLEMA DEL COSTO DEL
LAVORO E QUELLO DELLA PRODUTTIVITÀ SONO AL CENTRO DELLA CRISI E
L'INFLAZIONE È UNA BESTIA SELVAGGIA CHE COLPISCE SOPRATTUTTO I PIÙ
DEBOLI E CHE DIFFICILMENTE SI PUÒ ABBATTERE. L'INFLAZIONE - COME FU
DETTO - È LA PIÙ INIQUA TASSA PER I POVERI. EBBENE, IO RITENGO CHE
BISOGNA GUARDARE ALLA SITUAZIONE CON CORAGGIO E PERCIÒ MI PARE GIUSTO
CHE TOCCHI. ANCHE A ME SOLLECITARE UN'INTESA AD UNA SOLUZIONE UTILE E
NON MORTIFICANTE IN QUESTA DELICATISSIMA E COMPLICATA MATERIA CHE
ATTIENE ALL'EQUILIBRIO DEL NOSTRO SISTEMA ECONOMICO.
IN QUESTO CAMPO QUINDI MI LIMITERÒ A SOTTOLINEARE SOLTANTO POCHE COSE CHE NON MI SEMBRANO MARGINALI:
- IL GOVERNO E IL PARLAMENTO, SOSTENUTI DA UN
SOSTANZIALE CONSENSO DELLE FORZE SOCIALI, STANNO AFFRONTANDO CON
ENERGIA E SPIRITO NUOVO TUTTI I PROBLEMI ECONOMICI, 'DALLA
RISTRUTTURAZIONE INDUSTRIALE ALLA RIFORMA DELLE PARTECIPAZIONI, DAL
RILANCIO DEGLI INVESTIMENTI NEL SUD AL PIANO ALIMENTARE E A QUELLO
EDILIZIO. MA TUTTI GLI SFORZI RISCHIANO DI FALLIRE SE NON SI AFFRONTA
DECISAMENTE " IL PROBLEMA DEL" FUNZIONAMENTO DELLA MACCHINA DELLO STATO.
PROCEDURE COMPLICATE, GROVIGLIO DI LEGGI, UFFICI CHE NON FUNZIONANO,
UNA SERIE DI CARENZE IN CUI SPESSO I CITTADINI SONO LE PRIME VITTIME;
TUTTE DISFUNZIONI CHE, SE NON VENGONO ELIMINATE, RISCHIANO DI
PARALIZZARE L'AZIONE DELLO STATO E DI RENDERE VANI TUTTI I PROGRAMMI PER
IL FUTURO.
- PER IL MEZZOGIORNO SI PROSPETTA UN NUOVO
CORSO DELLA POLITICA DI SVILUPPO CHE, PARTENDO DA UN SERENO ESAME
CRITICO DELLE ESPERIENZE PASSATE ED INNESTANDOSI NELLA NUOVA REALTÀ
REGIONALE, AVVII A CONCRETE SOLUZIONI QUESTO AUTENTICO ED IRRISOLTO
PROBLEMA NAZIONALE. SOLO COSÌ POTRANNO EVITARSI ULTERIORI E
IRRIMEDIABILI DISARTICOLAZIONI DELLE COMUNITÀ MERIDIONALI .
- PER I GIOVANI ED IL LORO INSERIMENTO NELLE STRUTTURE PRODUTTIVE - A FAVORE DEL QUALE SI STANNO PREDISPONENDO PER LA PRIMA VOLTA CONCRETE MISURE, SIA PURE SPERIMENTALI - OCCORRE GUARDAR BENE ALLA SCUOLA CHE NON PUÒ E NON DEVE PERDERE QUELLA FUNZIONE DI PREPARAZIONE E DI AGGANCIO ALLA SOCIETÀ CHE SOLO LA SERIETÀ DEGLI STUDI PUÒ ASSICURARE .
MI CHIEDO DUNQUE SE POSSO FORMULARE UN INVITO
ALLA FIDUCIA. EBBENE, QUESTO INVITO SENTO DI ESPRIMERLO, SIA PER ALCUNI
SINTOMI DI RIPRESA, SIA PERCHÈ FIDUCIA CI VIENE PROPRIO CONFERMATA DAGLI
ALTRI PAESI ANCHE IN QUESTO MOMENTO DIFFICI LE .
IO VEDO - ANCHE NEGLI INCONTRI CON CAPI DI
STATO E CON PERSONALITÀ DI OGNI PAESE - CHE IL CREDITO DELL'ITALIA COME
CAPACITÀ DI LAVORO, TECNICA E IMPRENDITORIALE, È RIMASTO INTATTO
NONOSTANTE LE NOSTRE GRAVI DIFFICOLTÀ. SI CHIEDE ANCORA AGLI
IMPRENDITORI, AI LAVORATORI, AI TECNICI, AGLI ARTIGIANI ITALIANI IL LORO
QUALIFICATO CONTRIBUTO DI LAVORO IN ALTRI PAESI. POTETE IMMAGINARE
QUALE ALTRA SORTE SAREBBE STATA RISERVATA A NOI IN QUESTO DIFFICILE
MOMENTO SE NON AVESSIMO AVUTO ALLE NOSTRE SPALLE QUESTO RICCO PATRIMONIO
MORALE E PRODUTTIVO?
L 'INTERDIPENDENZA DELLE ECONOMIE DEI POPOLI È
UNA REALTÀ; MA SIA BEN CHIARO CHE NON DOBBIAMO PENSARE CHE SIANO GLI
ALTRI A RISOLVERE I NOSTRI PROBLEMI. SAREMMO DEGLI IRRESPONSABILI.
E' VERO DUNQUE CHE MOLTO DIPENDE DA NOI: LA
FIDUCIA È UN ATTO DI CORAGGIO OCCORRE RINUNCIARE ALLE FACILI PREVISIONI
PESSIMISTICHE, ED ESPRIMERE INVECE UN SENSO DI COMPOSTEZZA
NELL'ESERCIZIO DELLA PROPRIA ATTIVITÀ, AFFINCHÈ NON VENGA ALIMENTATA UNA
SORTA DI PERICOLOSO E STERILE FATALISMO.
NON MI RIFERISCO CERTO ALLA GENERALITÀ DEI
CITTADINI, MA A QUELLA PARTE DELLA POPOLAZIONE CHE, CON ATTEGGIAMENTI
CHE NON RISPONDONO NEPPURE A PROFONDA CONVINZIONE, POTREBBE COL PROPRIO
COMPORTAMENTO DARE A NOI E AGLI ALTRI UNA SENSAZIONE DI RESA. IN REALTÀ,
A FRONTE DI QUESTE FRANGE, VI È TALE UN FERVORE DI VOLONTÀ PRODUTTIVA E
DI PROGRESSO ED UNA COMPRENSIONE LARGAMENTE DIFFUSA DELLA SERIETÀ DEL
MOMENTO, ANCHE NELLA VARIETÀ DELLA IMPOSTAZIONE DEI PROBLEMI, CHE A
QUESTE FORZE VIVE E RICCHE DI SPERANZA POSSIAMO FAR RIFERIMENTO PER
FORMULARE UNA PREVISIONE POSITIVA SUL NOSTRO AVVENIRE .
QUELLO CHE PERÒ LA GENTE CHIEDE - E DI CUI MI
FACCIO INTERPRETE - È CHE GLI ULTERIORI SACRIFICI NECESSARI POTRANNO
ESSERE CHIESTI E SARANNO ACCETTATI SOLO CON LA CERTEZZA CHE SARANNO
EQUAMENTE DISTRIBUITI. QUEST'ANSIA DI GIUSTIZIA NON TOLLERA DELUSIONI.
QUANDO FUI ELETTO DISSI SOLENNEMENTE DINNANZI AL PARLAMENTO CHE SPETTA AL CAPO DELLO STATO DI "VIGILARE SULL'OSSERVANZA DELLA COSTITUZIONE E DI- MANTENERE INTATTO LO SPIRITO CHE ALIMENTA LA NOSTRA REPUBBLICA DEMOCRATICA".
IO HO SENTITO IN QUESTI ANNI E, IN MODO
PARTICOLARE IN QUEST'ULTIMO, IL PESO DI TALE IMPEGNO. E L'ANSIA. MA HO
MANTENUTO INTATTA LA FIDUCIA.
DICO CIÒ PERCHÈ MI SEMBRA CHE L'OPERA DI TUTTI
I RESPONSABILI SIA TESO A CONSENTIRCI LA RIPRESA, CON UN INESTIMABILE
SFORZO DIRETTO A SALDARE LA COSCIENZA SPECIALE ALLE ISTITUZIONI. PERCHÈ
OGGI PIÙ CHE MAI OCCORRE SCOPRIRE QUELLO CHE CI UNISCE, INVECE DI
DISPERDERCI NELLA RICERCA DI CIÒ CHE CI DIVIDE.
E' CON QUESTO SPIRITO CHE MI È CARO RIVOLGERVI UN AUGURIO DI BUON ANNO.
Speciale messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica: il messaggio di Giuseppe Saragat del 31 dicembre 1967
MESSAGGIO DI FINE ANNO AGLI ITALIANI
DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIUSEPPE SARAGAT
Palazzo del Quirinale 31 dicembre 1967
ITALIANI,
È CONSUETUDINE CIVILE CHE IL CAPO DELLO STATO
ALLA FINE DELL'ANNO E ALL'INIZIO DELL'ANNO NUOVO SI RIVOLGA A TUTTI I
CONCITTADINI PER INVIARE AD OGNUNO DI ESSI IL SUO AFFETTUOSO AUGURIO. ED
IO COLGO QUESTA LIETA OCCASIONE PER DIRE A VOI, CARI CONCITTADINI,
TUTTO IL BENE CHE VI AUGURO E LE RAGIONI PER CUI TALE AUGURIO MI PARE
CONFORTATO DALLE PIÙ SERIE VALUTAZIONI.
IN UNA SITUAZIONE ECONOMICA INTERNAZIONALE
CARATTERIZZATA SPECIE NEI PAESI A NOI PIÙ VICINI DAL RALLENTAMENTO DEL
RITMO DI ESPANSIONE, IL NOSTRO SISTEMA ECONOMICO SI È SVILUPPATO PER IL
SECONDO ANNO CONSECUTIVO IN MISURA SUPERIORE A QUELLA MEDIA PREVISTA DAL
PROGRAMMA QUINQUENNALE.
NOTEVOLE È STATA LA RIPRESA DEGLI INVESTIMENTI
CHE HA DETERMINATO LA CREAZIONE DI NUOVI POSTI DI LAVORO CON LA
CONSEGUENTE RIDUZIONE DEL NUMERO DEI DISOCCUPATI E SOTTOCCUPATI. CIÒ HA
FAVORITO IL REINSERIMENTO NEL CAMPO PRODUTTIVO DI MOLTI LAVORATORI
RIENTRATI IN PATRIA A SEGUITO DELLA CRISI IN ALTRI PAESI.
NEL VIAGGIO DA ME COMPIUTO IN CANADA E IN
AUSTRALIA, CON SOSTE NEGLI STATI UNITI D'AMERICA E IN ALCUNI PAESI
ASIATICI, HO INCONTRATO FOLLE DI CONNAZIONALI E HO SENTITO INTORNO A ME
UN'ITALIA PROFONDA, NOBILE, GENEROSA: L'ITALIA DEGLI EMIGRATI, I QUALI -
LUNGI DAL SERBARE AMAREZZA VERSO UNA PATRIA IN CUI NON AVEVANO TROVATO
POSSIBILITÀ DI LAVORO - LA VENERANO CON AFFETTO DI FIGLI.
QUESTO PERÒ CI IMPEGNA AD ADOPERARCI ANCORA DI
PIÙ AFFINCHE' LA NOSTRA TERRA, PICCOLA DI SUPERFICIE, QUASI PRIVA DI
MATERIE PRIME E DENSAMENTE POPOLATA, MA RICCA DI ENERGIE UMANE, SIA
PRESTO IN GRADO DI DAR LAVORO A TUTTI I SUOI FIGLI.
LO SVILUPPO DELL'ECONOMIA, CHE HA COME
PREMESSA NECESSARIA LA SOSTANZIALE STABILITÀ DEI PREZZI, RICHIEDE CHE
VENGANO ACCRESCIUTE LE COSIDDETTE INFRASTRUTTURE - CASE POPOLARI,
OSPEDALI, SCUOLE, STRADE, ATTREZZATURE PORTUALI E SIMILI - CHE LA
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE È CHIAMATA A FORNIRE ALLA COLLETTIVITÀ.
A QUESTO FINE OCCORRE ASSICURARE CHE GLI
INTERVENTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SIANO INDIRIZZATI UNICAMENTE
AL SODDISFACIMENTO DI ESIGENZE COLLETTIVE.
CONFORTANTE È L' ESAME DEI NOSTRI SCAMBI DI
MERCI E SERVIZI CON L'ESTERO CHE HANNO CONSENTITO UNA SODDISFACENTE
STABILITÀ MONETARIA, LA QUALE È E DEVE RESTARE IL PRESUPPOSTO DI UN
ORDINATO PROGRESSO ECONOMICO E SOCIALE DEL PAESE, COME NON SOLTANTO
INSEGNA LA DOTTRINA, MA AMMONISCONO LE ESPERIENZE PASSATE E RECENTI
COMPIUTE DAL NOSTRO E DAGLI ALTRI PAESI.
IN QUESTO DOPOGUERRA UN SECONDO RISORGIMENTO
INDUSTRIALE HA RAVVIVATO IL NOSTRO PAESE. LA LABORIOSITÀ DEI SUOI
OPERAI, CONTADINI E IMPIEGATI, LA RESPONSABILE INIZIATIVA DEI SUOI
IMPRENDITORI, L'AMBIENTE DEMOCRATICO CHE È STATO CREATO DALLA SUA CLASSE
POLITICA HANNO TRASFORMATO LE SUE STRUTTURE PRODUTTIVE E LO HANNO
COLLOCATO TRA I MAGGIORI PRODUTTORI ED ESPORTATORI DI BENI MANUFATTI.
MA A DIFFERENZA DEL PRIMO MANIFESTARSI DEL
PROCESSO DI INDUSTRIALIZZAZIONE CHE AVVENNE SOTTO LA PROTEZIONE DI
BARRIERE DOGANALI, QUELLO DI CUI GLI ITALIANI DI OGGI SONO PROTAGONISTI
SI È SVOLTO ALL'INSEGNA DELL'APERTURA DEI MERCATI E DELL'INTEGRAZIONE
EUROPEA.
QUESTA POLITICA, CHE HA DATO COPIOSI FRUTTI,
NON SOLTANTO VA PERSEGUITA CON TENACIA PER IL BENESSERE ECONOMICO DEI
POPOLI, MA DEVE ANCHE ESSERE DIFESA CON FERMEZZA DAGLI ATTACCHI CHE DI
TEMPO IN TEMPO LE SONO PORTATI NELL'INTENTO DI RITARDARE IL PROCESSO DI
INTEGRAZIONE EUROPEA.
L 'ULTIMO DI QUESTI ATTACCHI È STATO IN QUESTI GIORNI VIGOROSAMENTE FRONTEGGIATO A BRUXELLES.
IL 1967 HA OFFERTO ALLA COMUNITÀ EUROPEA
L'OCCASIONE STORICA DI ACCETTARE L'ADESIONE DELLA GRAN BRETAGNA,
DANIMARCA, IRLANDA E NORVEGIA, INTENSIFICANDO IL PROCESSO DI
UNIFICAZIONE DELL'EUROPA.
LO SPIRITO DELLA COMUNITÀ ECONOMICA EUROPEA È,
SUL PIANO ECONOMICO, L'APERTURA DEI MERCATI E, SU QUELLO POLITICO,
L'EUROPEISMO. A BRUXELLES CI SIAMO SCONTRATI CON QUALCOSA DI
DIAMETRALMENTE OPPOSTO: IL NAZIONALISMO.
LO SFORZO DEL NOSTRO PAESE PER AVVIARE
IMMEDIATI NEGOZIATI CON LA GRAN BRETAGNA HA VISTO CONVERGERE SULLE
NOSTRE POSIZIONI QUATTRO ALTRI PAESI DELLA COMUNITÀ EUROPEA, MA NON HA
POTUTO CONDURRE ALL'UNANIMITÀ PER UNA DECISIONE POSITIVA. E' STATA
PERDUTA UNA GRANDE OCCASIONE E NON SARÀ FACILE PORRE RIMEDIO ALL'ERRORE
COMPIUTO.
FORTUNATAMENTE LA GRAN BRETAGNA HA GIÀ
CONFERMATO IL SUO PROPOSITO DI CERCARE CON TENACIA DI UNIRSI CON QUANTI
SINCERAMENTE CONTINUERANNO A RICERCARE L'UNITÀ DELL'EUROPA.
NOI SIAMO CONSAPEVOLI CHE SOLO CON L'APPORTO
DELLA GRAN BRETAGNA L'EUROPA POTRÀ AFFERMARSI COME INTERLOCUTORE VALIDO
TRA I DUE COLOSSI DELLE POTENZE MONDIALI: STATI UNITI D' AMERICA E
UNIONE SOVIETICA. SOLO CON QUESTO APPORTO L'EUROPA, ARRICCHITA DALL'ALTO
LIVELLO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO DELLA GRAN BRETAGNA E SOPRATTUTTO DAL
SUO VOLUME DI LIBERTÀ, DI DEMOCRAZIA E DI SOCIALITÀ, POTRÀ AFFERMARSI
COME FATTORE MONDIALE DI PROGRESSO E DI PACE.
DI PACE SOPRATTUTTO DI CUI IL MONDO E L'ITALIA HANNO TANTO BISOGNO.
E' DI QUESTI GIORNI IL MESSAGGIO DEL SOMMO PONTEFICE, MESSAGGIO AL QUALE L 'ITALIA HA DATO LA SUA INCONDIZIONATA ADESIONE.
E' IN QUESTO SPIRITO DI PACE CHE L'ITALIA DEVE
GUARDARE CON SERENA FIDUCIA AL PROPRIO AVVENIRE, PROSEGUENDO
SPEDITAMENTE NEL SUO OPEROSO CAMMINO CHE È QUEL MEDESIMO PER IL QUALE SI
MUOVONO I POPOLI CHE RAVVISANO NELLA LIBERTÀ E NELLA GIUSTIZIA IL
FONDAMENTO DI OGNI PROGRESSO.
LO SCORSO ANNO, IN QUESTA STESSA CIRCOSTANZA,
RICORDANDO LA CELEBRAZIONE DEL VENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA
PROCLAMAZIONE DELLA REPUBBLICA - SORTA DALLE LOTTE DI LIBERAZIONE IN
COMUNIONE DI SACRIFICI CON GLI ALLEATI - AFFERMAVO CHE È AD ESSA E ALLE
SUE LIBERE ISTITUZIONI CHE L'ITALIA DEVE LA SUA ASCESA FRA LE GRANDI
NAZIONI DEL MONDO.
SOLTANTO CON LA LIBERTÀ E LA DEMOCRAZIA
L'ITALIA POTRÀ CONTINUARE A PROGREDIRE CIRCONDATA DAL CRESCENTE RISPETTO
DELLE ALTRE NAZIONI.
LA DEMOCRAZIA È UN RAPPORTO FIDUCIARIO DEI
CITTADINI TRA DI LORO E VERSO LO STATO. QUESTO RAPPORTO FIDUCIARIO SI
ALIMENTA DI SOLIDARIETÀ UMANA, SOPRATTUTTO VERSO I PIÙ BISOGNOSI, DI
RISPETTO DELLE LEGGI AL CUI VERTICE STA LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA, IN
UNA PAROLA, DI CIVISMO.
CERTO ESISTONO ANCORA, COME IN TUTTE LE COSE
UMANE, LACUNE DA COLMARE, ERRORI DA CORREGGERE, RESPONSABILITÀ DA
ACCERTARE E, SE NECESSARIO, PUNIRE.
MA CIÒ CHE CONTA È IL PROGRESSIVO E IRREVERSIBILE CONSOLIDARSI DELLE NOSTRE LIBERE ISTITUZIONI.
LA REPUBBLICA ITALIANA, FONDATA SUL LAVORO, È
UNA REALTÀ CHE SI AFFERMA CON FORZA SEMPRE CRESCENTE, TUTELATA DALLA
COSCIENTE DETERMINAZIONE DI TUTTO IL POPOLO, DALLA FERMEZZA DEMOCRATICA
DI COLORO A CUI IL POPOLO HA CONFIDATO IL GOVERNO DELLA COSA PUBBLICA E
DALLA LEALTÀ DEMOCRATICA DEGLI ORGANI DELLO STATO.
SICURO CHE TUTTO QUESTO TROVI NEL VOSTRO ANIMO
PIENO CONSENSO E RISPONDENZA DI SENTIMENTI, MI È CARO RINNOVARVI I MIEI
AUGURI DI BENE, AGGIUNGENDOVI QUEL VOTO CHE TUTTI LI COMPRENDE E CHE SI
ESPRIME NELL'AUGURIO DI OGNI BENE ALLA NOSTRA ITALIA.
Speciale messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica: il secondo e ultimo messaggio di Antonio Segni il 31 dicembre 1963
MESSAGGIO DI FINE ANNO AGLI ITALIANI
DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
ANTONIO SEGNI
Palazzo del Quirinale 31 dicembre 1963
ITALIANI,
MENTRE IL 1963 VOLGE ALLA FINE E STA PER
SORGERE L'ALBA DEL NUOVO ANNO, MI È CARO RINNOVARE QUESTO INCONTRO,
ORMAI CONSUETO, CON VOI, POICHÈ ESSO, MENTRE CORRISPONDE AD UNA
PROFONDA ESIGENZA DELL'ANIMO MIO, MI CONSENTE DI RITROVARMI - IN
COMUNIONE DI SENTIMENTI, DI RICORDI E DI SPERANZE - CON LA GRANDE
FAMIGLIA DEL POPOLO ITALIANO, CHE AMO PENSARE, IN QUESTO MOMENTO, COME
RIUNITA INTORNO AL FOCOLARE, IN UNA SERENA SOSTA DOPO UNA GIORNATA DI
LAVORO, PER RIANDARE CON ME GLI AVVENIMENTI DEI QUALI SIAMO STATI
TESTIMONI E TRARNE AMMAESTRAMENTI ED AUSPICI PER L'AVVENIRE.
AVVENIMENTI GRAVI E MEMORABILI, QUELLI CHE HANNO CONTRASSEGNATO IL CORSO DEL 1963!
LA MORTE DI SUA SANTITA' GIOVANNI XXIII,
PRIMA, E QUELLA DEL PRESIDENTE KENNEDY, DOPO, HANNO COMMOSSO TUTTO IL
MONDO, TANTO UNANIMI ED UNIVERSALI SONO STATI LA PIETÀ, IL COMPIANTO E
LO SMARRIMENTO CHE HANNO ACCOMUNATO GLI UOMINI DI TUTTE LE RAZZE E DI
TUTTE LE RELIGIONI DI FRONTE ALLA TRAGICITÀ DEGLI AVVENIMENTI , CHE HAN
SPENTO DUE GRANDI VITE.
ERANO DUE GRANDI FIAMME CHE AVEVANO ILLUMINATO
A TUTTI LA DIFFICILE VIA VERSO LA PACE NELLA LIBERTÀ E NELLA GIUSTIZIA:
QUELLA PACE NELLA QUALE PROFONDAMENTE CREDEVANO E NELLA QUALE ANCHE NOI
PROFONDAMENTE CREDIAMO.
E' ANCOR VIVA NELLA NOSTRA MEMORIA, COME NEI
NOSTRI CUORI, L'ECO DELLE NOBILI PAROLE PRONUNZIATE, IN QUESTO PALAZZO,
DA PAPA GIOVANNI XXIII E DAL PRESIDENTE KENNEDY IN OCCASIONE DELLE
INDIMENTICABILI VISITE QUI COMPIUTE NEL CORSO DELL'ANNO.
NEL RIVOLGERE UN COMMOSSO PENSIERO AI DUE
GRANDI SCOMPARSI, VORREI FORMULARE UN VOTO: POSSANO TUTTI GLI UOMINI
RACCOGLIERE IL RETAGGIO DEGLI IDEALI DI PACE E DI FRATELLANZA CHE
ISPIRARONO LE LORO AZIONI E NON CESSINO DI ADOPERARSI PER TRADURLE IN
OPERANTE REALTÀ.
UN ALTRO RECENTE AVVENIMENTO HA AVUTO LARGHE E
PROFONDE RIPERCUSSIONI: INTENDO RIFERIRMI AL TRATTATO DI MOSCA PER LA
LIMITAZIONE DEGLI ESPERIMENTI NUCLEARI, AL QUALE IL NOSTRO PAESE HA
ADERITO E CHE MI AUGURO POSSA ESSERE APPORTATORE DI ULTERIORI, BENEFICI
FRUTTI.
L'ITALIA, DA PARTE SUA, HA CONTINUATO,
INTANTO, A SVOLGERE - CON FIDUCIA - OPERA DI BUONA VOLONTÀ , DI PACE, DI
CIVILE PROGRESSO IN SENO AL CONCERTO DELLE NAZIONI. SEMPRE CONSCIA DEI
SUOI DIRITTI E FERMA NEL SUO IMPEGNO DI DIFESA DELLA PROPRIA
INDIPENDENZA E DELLA PROPRIA LIBERTÀ DA OGNI MINACCIA, ESSA, INSIEME CON
LE ALTRE NAZIONI ALLE QUALI LA UNISCONO LE NECESSITÀ DELLA COMUNE
SICUREZZA E GLI IDEALI COMUNI, HA CONTINUATO AD ADOPERARSI CON TUTTE LE
SUE FORZE - SECONDO LA SUA NATURALE VOCAZIONE - PER UNA SEMPRE MAGGIORE
COMPRENSIONE FRA I POPOLI D'OGNI RAZZA E D'OGNI IDEOLOGIA,
INDIPENDENTEMENTE DA OGNI DIVERGENZA DI INTERESSI.
ED E CONFORTANTE CONSTATARE COME IL NOSTRO
CONTRIBUTO IN SENO A TUTTI I CONSESSI INTERNAZIONALI, DALLE NAZIONI
UNITE ALLA NATO, DALLA CONFERENZA DEL DISARMO ALLE ORGANIZZAZIONI
EUROPEE, ABBIA CONSEGUITO NON POCHI RICONOSCIMENTI ED IL NOSTRO PAESE
ABBIA SAPUTO ACQUISTARSI OVUNQUE RISPETTO, FIDUCIA E SIMPATIA.
I NUMEROSI INCONTRI CHE HO AVUTO A ROMA CON
CAPI DI STATO, CAPI DI GOVERNO ED AUTOREVOLI PERSONALITÀ DI TUTTO IL
MONDO COSTITUISCONO GRADITA CONFERMA DELL'IMPORTANZA CHE ESSI
ATTRIBUISCONO ALL'ITALIA NEL CONCERTO DELLE NAZIONI.
NON MENO SIGNIFICATIVE SONO STATE LE VISITE DA
ME COMPIUTE IN MAROCCO, PRIMA, E IN GERMARIA, POI: VISITE CHE, MENTRE
HANNO CONTRIBUITO A RINSALDARE I NOSTRI VINCOLI DI CORDIALE AMICIZIA GIÀ
ESISTENTI CON QUEI POPOLI, MI HANNO CONSENTITO, ALTRESÌ, DI RACCOGLIERE
- CON ANIMO COMMOSSO - IL VIBRANTE SALUTO DI QUELLE COMUNITÀ ITALIANE
ALLA PATRIA LONTANA.
IL POPOLO ITALIANO, CHE CON IL SUO FATICOSO
LAVORO HA SAPUTO AFFERMARSI SUL PIANO INTERNAZIONALE ANCHE NEL CAMPO
DELL'ECONOMIA, DELLA TECNICA E DELLA SCIENZA, DANDO PURE LA SUA
COLLABORAZIONE AI NUOVI POPOLI ASSURTI DA POCO ALL'INDIPENDENZA ED A
QUELLI OVUNQUE DURAMENTE IMPEGNATI IN UNA ATTIVITÀ DI SVILUPPO, HA
RECENTEMENTE CONSEGUITO IL PIÙ ALTO RICONOSCIMENTO DEI RISULTATI
OTTENUTI CON L'AMBITISSIMO CONFERIMENTO DEL PREMIO NOBEL PER LA CHIMICA,
PER LA PRIMA VOLTA DATO AD UN ITALIANO, IL PROF. GIULIO NATTA.
PUR NEL SUO FERVORE OPEROSO, LA NAZIONE
ITALIANA. NON HA DIMENTICATO DI ONORARE, NEL VENTENNALE DELLA
RESISTENZA, TUTTI COLORO CHE FERMAMENTE CREDETTERO NELLA RINASCITA DELLA
PATRIA - UNITA , LIBERA E DEMOCRATICA - DAGLI ERRORI E DALLE ROVINE DI
UNA GUERRA NON VOLUTA E NON SENTITA DAL POPOLO, MA PUR AFFRONTATA CON
CORAGGIO ED EROISMO, E DI RIAFFERMARE I VALORI PERENNI CHE ISPIRARONO E
SOSTENNERO L'AZIONE PER QUESTA RINASCITA.
IL SACRIFICIO DI BOVES, QUELLO DI LANCIANO, I
FATTI D'ARMI DI MONTELUNGO SONO, FRA I TANTI EPISODI GLORIOSI, UNA
TESTIMONIANZA FULGIDA E DURATURA DELL'INTENSA SPIRITUALITÀ E DEL TENACE
AMOR DI PATRIA CHE HANNO ARMATO LA MANO E INFIAMMATO GLI SPIRITI
GENEROSI DI COLORO CHE COMBATTERONO PER IL RISCATTO DELL'ITALIA.
L'ANIMA DELLA NAZIONE, NEL CORSO DEL 1963,
DOVEVA ESSERE CRUDELMENTE PERCOSSA DA UNA TERRIBILE SCIAGURA, NELLA
QUALE MIGLIAIA DI NOSTRI FRATELLI PERSERO LA VITA E I BENI.
ALLE VITTIME ED AI SUPERSTITI DEL DISASTRO DEL
VAJONT VADA , OGGI, ANCORA IL NOSTRO COMMOSSO ED AFFETTUOSO PENSIERO;
AI SUPERSTITI, IN PARTICOLARE, IL RINNOVATO IMPEGNO CHE NON SARANNO
TRALASCIATI GLI SFORZI PER AIUTARLI A RICOSTRUIRE LA LORO VITA.
LA IMMEDIATA SOLIDARIETÀ DIMOSTRATA IN QUEI
TRISTI GIORNI DAGLI ITALIANI, CON INDIMENTICABILE SLANCIO, HA DATO LA
MISURA PRECISA DI QUANTO AFFIDAMENTO SI POSSA SEMPRE FARE SUI SENTIMENTI
PIÙ NOBILI DEL NOSTRO POPOLO, CHE SI TROVA SALDAMENTE UNITO, SOPRATUTTO
QUANDO LA SVENTURA BUSSA ALLA PORTA.
RITENGO DOVEROSO ESPRIMERE, IN QUESTA
OCCASIONE, A TUTTE LE NAZIONI ED A TUTTI I SINGOLI CITTADINI DI TANTI
PAESI, CHE HANNO VOLUTO OFFRIRE, A QUELLE POPOLAZIONI ED ALL'ITALIA,
CALDA TESTIMONIANZA DI SOLIDARIETÀ, L'APPREZZAMENTO ED I RINGRAZIAMENTI
PIÙ CALOROSI E CORDIALI DEL POPOLO ITALIANO.
IL NOSTRO PAESE, NONOSTANTE LE INEVITABILI
DIFFICOLTÀ , CONTINUA AD AVANZARE SULLA VIA DEL PROGRESSO, TUTTO PROTESO
NELLA ATTUAZIONE DEI PRINCIPI DI GIUSTIZIA SOCIALE, DI LIBERTÀ
DEMOCRATICA, DI SPIRITUALE E MATERIALE ELEVAZIONE POSTI A BASE
DELL'ORDINAMENTO REPUBBLICANO.
E SE E VERO CHE LA SITUAZIONE DEI RAPPORTI FRA
LE MASSIME POTENZE MONDIALI , PUR INDUCENDO AD UNA SEMPRE PIÙ ATTENTA
VIGILANZA CONTRO IL PERICOLO DI INGIUSTIFICATE ILLUSIONI, LASCIA
CAUTAMENTE SPERARE IN UN AVVENIRE MIGLIORE, NEL QUALE SI POSSA FARE
STRADA UNA EVOLUZIONE PACIFICA DI TALI RAPPORTI , TOCCA A TUTTI NOI
PROSEGUIRE TENACEMENTE NEL LAVORO CON FEDE E CONCORDIA, PER ASSICURARE
ALLA NOSTRA PATRIA, CON L'AIUTO DI DIO, QUESTO MIGLIORE AVVENIRE, QUALE
ESSA MERITA, PER LE VIRTÙ E PER I SACRIFICI DEI SUOI FIGLI.
ITALIANI,
CON TUTTO IL CUORE AUGURO A VOI ED ALLE VOSTRE FAMIGLIE UN FELICE ANNO NUOVO, APPORTATORE PER TUTTI DI PACE E DI PROSPERITÀ.
Speciale messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica: il messaggio di Giovanni Gronchi del 31 dicembre 1960
MESSAGGIO DI FINE ANNO AGLI ITALIANI
DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIOVANNI GRONCHI
Palazzo del Quirinale 31 dicembre 1960
ITALIANI,
QUELLA CHE, NEI RAPPORTI INTERNAZIONALI,
APPARIVA UNA CONGIUNTURA FAVOREVOLE, MI INDUSSE L' ANNO SCORSO, IN
QUESTO STESSO GIORNO, A FORMULARE PREVISIONI, SIA PUR CAUTE, DI UN
AVVENIRE DI DISTENSIONE E DI CONCORDIA.
INVECE, MENTRE GIÀ SI INTRAVEDEVA LA
:POSSIBILITÀ DI CONCRETE INTESE TRA LE NAZIONI PER AVVIARE A SOLUZIONE
LE PIÙ PERICOLOSE CONTROVERSIE, OGNI PROSPETTIVA È STATA NUOVAMENTE
AVVOLTA DA UN'ATMOSFERA DI OSTILITÀ E DI SOSPETTO.
TUTTAVIA, IO VOGLIO ANCORA CREDERE NELLA
SAGGEZZA DEGLI UOMINI CHE REGGONO I DESTINI DEI POPOLI, E NELLA
SINCERITÀ DI QUANTI AFFERMANO DI ASPIRARE ALLE. PACE, AFFINCHÈ POSSA E
DEBBA TROVARSI LA VIA CHE CONDUCA AD UNA PACIFICA, COESISTENZA, SENZA
LA QUALE RIMARREBBE PERENNEMENTE IN PERICOLO LA NOSTRA CIVILTÀ.
DA PARTE SUA, L' ITALIA CONTINUA UNA POLITICA
ATTA A FAVORIRE OGNI INIZIATIVA CHE TENDA A CREARE LE CONDIZIONI DI
UNA DUREVOLE :PACE; CONDIZIONI CIOÈ DI SICUREZZA E DI COLLABORAZIONE
NEL RECIPROCO RISPETTO DELL'INDIPENDENZA E DELLE CIVILI LIBERTÀ.
PERCIÒ NOI ABBIAMO COLTO VOLENTIERI LE
OCCASIONI DI INCONTRARCI, COME È AVVENUTO FREQUENTEMENTE DURANTE
L'ANNO CHE STA PER CONCHIUDERSI, CON CAPI E GOVERNANTI DI ALTRI PAESI,
NELLA PERSUASIONE CHE QUESTI INCONTRI POSSONO VALIDAMENTE CONCORRERE,
ATTRAVERSO I CONTATTI DIRETTI E PERSONALI, A STABILIRE FECONDI
RAPPORTI DI COMPRENSIONE E DI FIDUCIA.
HO PARLATO DI COLLABORAZIONE, COME STRUMENTO
DELLA PACE: E VORREI PORRE SU DI ESSA L'ACCENTO PERCHÈ MI PAR CERTO
CHE IN QUESTA PAROLA SI ESPRIMA LA ESIGENZA PIÙ ATTUALE E DETERMINANTE
PER REALIZZARE UNA CONVIVENZA CIVILE ED UMANA, SIA TRA GLI UOMINI DI
UNA STESSA PATRIA, SIA TRA I POPOLI NEL PIÙ VASTO SPAZIO DEL MONDO.
I PAESI DI LIBERI ORDINAMENTI DEMOCRATICI, CHE
IN VIRTÙ DEL LORO SPIRITO DI INIZIATIVA, DELLA LORO CAPACITÀ DI
LAVORO, DELLA LORO GENIALITÀ SCIENTIFICA E TECNICA, HANNO RAGGIUNTO UN
ALTO GRADO DI PROGRESSO E DI BENESSERE, DEBBONO CONSIDERARE UN DOVERE
ED INSIEME UN INTERESSE INDILAZIONABILE L'ADEGUARSI A TALE ESIGENZA
COSÌ NEI RAPPORTI INTERNI FRA I LORO GRUPPI SOCIALI, COME NELLE
RELAZIONI CON LE NAZIONI DI RECENTE COSTITUITESI IN STATI
INDIPENDENTI.
LA PROSPERITÀ CONQUISTATA COLLA COLLABORAZIONE
DI TUTTI DEVE ESSERE RIPARTITA EQUAMENTE FRA TUTTI, COME È NORMA DI
OGNI COSTITUZIONE CHE TENDA A FORMARE ISTITUTI E COSTUME DI EFFETTIVA
DEMOCRAZIA: TRA LE ALTRE, DELLA NOSTRA, CHE ESPLICITAMENTE LA SANCISCE
NEL SUO ARTICOLO 3. E DEVE ESSERE INSIEME UTILIZZATA PER UNA
RAZIONALE GENEROSA ASSISTENZA ALLE NAZIONI MENO PROGREDITE AL FINE DI
METTERLE IN GRADO DI RIDURRE TEMPESTIVAMENTE LE ENORMI DIFFERENZE DEL
LORO LIVELLO DI VI TA.
E' QUESTO IL PROBLEMA CENTRALE DELLA NOSTRA
EPOCA; PROBLEMA CHE CONDIZIONA L'AVVIAMENTO AD UNA ORDINATA. E
PACIFICA CONVIVENZA INTERNAZIONALE, ED INSIEME IL SUCCESSO DEL MONDO
LIBERO NELLA GRANDE COMPETIZIONE CHE METTE A RAFFRONTO LA CAPACITÀ DI
DUE SISTEMI PER LIBERARE DALL' INFERIORITÀ E DALLA MISERIA I POPOLI ED
I CETI SOCIALI PIÙ DISEREDATI.
ED È IL PROBLEMA CHE IO EBBI A PROSPETTARE (MI
SIA PERDONATA L'AUTOCITAZIONE) PER L'UN ASPETTO NEL PRIMO MESSAGGIO
AL PARLAMENTO ITALIANO E PER L'ALTRO IN PIENO ACCORDO COL GOVERNO DI
ALLORA, NEL DISCORSO AL CONGRESSO DEGLI STATI UNITI.
IO VOGLIO RICHIAMARMI OGGI SOPRATTUTTO A
QUESTO SECONDO ASPETTO, ALL'INIZIO DI UN ANNO CHE POTREBBE REGISTRARE
VICENDE FORSE DECISIVE PER L'AVVENIRE DEI NOSTRI FIGLI.
SE NON SI COMPRENDESSE L'ESTREMA URGENZA DI UN
INTERVENTO COORDINATO E SOLIDALE A FAVORE DEI PAESI SOTTOSVILUPPATI, È
FACILE PREVEDERE CHE IL LORO ALTISSIMO TASSO DI INCREMENTO
DEMOGRAFICO DA UNA PARTE E LA PERSISTENZA DI UN BASSISSIMO REDDITO
PRO-CAPITE DALL'ALTRA, CREEREBBERO UNA CRESCENTE SPEREQUAZIONE FRA
POPOLI RICCHI E POVERI NEL MONDO E UNA "LOTTA DI CLASSE" INTERNAZIONALE CHE APRIREBBE PROSPETTIVE ASSAI TRISTI PER LA PACE E PER LA LIBERTÀ.
ITALIANI,
PONENDO L'ACCENTO SUL PROBLEMA DELLA
COLLABORAZIONE TRA I POPOLI, IO NON INTENDO DISSIMULARE O RELEGARE IN
SECONDA LINEA IL NOSTRO PROBLEMA NAZIONALE DELLA DISOCCUPAZIONE O
DELLA SOTTO-OCCUPAZIONE, E LO SQUILIBRIO TUTTORA IN ATTO FRA NORD E
SUD.
MA IO SENTO DJ. POTER CON FIDUCIA AUSPICARE
CHE L' AZIONE DEL GOVERNO, LE INIZIATIVE DEGLI IMPRENDITORI CON IL
CONCORSO DEI LAVORATORI E DELLE LORO ORGANIZZAZIONI, E TUTTI QUEI
:PROVVEDIMENTI CHE POTRANNO ESSERE ADOTTATI NEL QUADRO DELLA
SOLIDARIETÀ EUROPEA, CONTRIBUISCANO AD ATTENUARE COL RITMO PIÙ RAPIDO,
FINO AD ELIMINARE QUESTO DOLOROSO PROBLEMA PER LA CUI SOLUZIONE ANCHE
LA SCUOLA SARÀ EFFICACE STRUMENTO A SUPERARE L'UMILIANTE INFERIORITÀ
DELL'IGNORANZA, E FORMARE UNA PIÙ LARGA CATEGORIA DI TECNICI E DI
MAESTRANZE SPECIALIZZATE.
HO DETTO: CON FIDUCIA; PERCHÈ MOL TO SI È GIÀ
FATTO ED ALTRETTANTO È IN CORSO DI ATTUAZIONE; ED IO SONO SICURO CHE
IL COMPITO CHE RIMANE SARÀ RESO PER TUTTI PIÙ IMPEGNATIVO DAL
SIGNIFICATO CHE AL NUOVO ANNO CONFERISCE LA RICORRENZA DEL CENTENARIO
DELL'UNITÀ NAZIONALE.
QUESTA UNITÀ INFATTI RIMARREBBE ESPRESSIONE
ESTERIORE E FORMALE, OVE NON SI IDENTIFICASSE CON L'UNIONE CONCORDE
DEGLI SPIRITI, LA QUALE NASCE E VIVE SOLTANTO QUANTO I CONCITTADINI
RICONOSCONO NELLA PATRIA LA MADRE SOLLECITA ED EQUA PER TUTTI I SUOI
FIGLI.
Speciale messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica: il primo messaggio presidenziale di Luigi Einaudi
MESSAGGIO DI FINE ANNO AGLI ITALIANI
DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
LUIGI EINAUDI
Palazzo del Quirinale 31 dicembre 1949
NEL RIGOGLIO DI INTIMI AFFETTI SUSCITATO DA
QUESTA TRASMISSIONE MI È CARO INTERPRETARE CON LA MIA PAROLA IL
FERVORE DI SENTIMENTI CHE, COME SULLA SOGLIA DI OGNI ANNO, COSI
NELL'ATTUALE VIGILIA TUTTI CI ACCOMUNA IN UN PALPI TO DI MUTUA
COMPRENSIONE E DI FRATERNA SOLIDAR1ETÀ.
SE ANCOR ASPRO È STATO PER MOLTI IL CAMMINO
PERCORSO NELL'ANNO, SE I RIFLESSI DELLA TRAGEDIA VISSUTA DALLA PATRIA
NON SONO STATI ANCOR TUTTI RIMOSSI E SE GRAVI PROBLEMI TUTTORA
ATTENDONO SOLUZIONE, GIOVA RICONOSCERE CHE ANCHE NEL 1949 I1 POPOLO
ITALIANO HA PERSEGUITO CONCORDE E TENACE L'OPERA DELLA RICOSTRUZIONE;
SICCHÈ È LECITO GUARDARE CON FIDUCIA ALL'AVVENIRE, CHE SARÀ QUALE NOI
STESSI LO AVREMO MATURATO E MERITATO.
POSSA L'ANNO CHE SORGE, CON L'AIUTO DI DIO,
ESSERE PER TUTTI FORIERO ALMENO DI TALUNE FRA LE SODDISFAZIONI
DESIDERATE E POSSA IL SUO VOLGERE CONFORTARSI DI UNA ATMOSFERA DI PACE
IN CUI SIA A TUTTI DATO DI REALIZZARE NUOVE TAPPE SULLE VIE DEL
CIVILE PROGRESSO.
TALE SONO SICURO È IL COMUNE VOTO E TALE È IL
MIO PERSONALE AUGURIO CHE SI RIVOLGE FERVIDO E AFFETTUOSO IN QUEST'ORA
AD OGNI ITALIANO ENTRO E FUORI DEI CONF1NI DELLA PATRIA.
venerdì 27 dicembre 2013
L'Unione bancaria europea. A che punto siamo e come funziona?
Il Consiglio europeo dovrebbe valutare e – se del caso - avallare
l’accordo raggiunto dal Consiglio ECOFIN (che si riunirà in sessione
straordinaria il 18 dicembre) sulla proposta
di regolamento relativa alla istituzione un meccanismo unico di
risoluzione delle crisi bancarie (single resolution mechanism, SRM)
L’accordo dell’ECOFIN dovrebbe prevedere che:
·
come richiesto da alcuni Governi (in primis quello tedesco), il
meccanismo di risoluzione verrebbe applicato alle sole banche sottoposte
alla vigilanza unica della Banca centrale europea, cui si aggiungerebbero
quelle con almeno una filiale in un altro Stato membro (complessivamente, circa
250 su un totale di 6.000 banche con sede nell’UE);
·
in caso di fallimento di una banca, in prima battuta sarebbero
penalizzati gli azionisti, seguiti dagli obbligazionisti; ove le risorse
fossero insufficienti, dovrebbe intervenire lo Stato in cui ha sede la banca. Solo
in ultima istanza subentrerebbe l’apposito fondo unico di risoluzione,
che sarà finanziato dai prelievi a carico delle banche stesse e che dovrebbe
avere – a regime – una dotazione di 55 miliardi di euro;
·
il fondo unico di risoluzione verrebbe istituito ricorrendo a un accordo
intergovernativo (sul modello del Meccanismo europeo di stabilizzazione, il
cd. “fondo salva-Stati”), ed entrerebbe in funzione gradualmente, nell’arco di
un periodo di transizione di 10 anni (dal 2016 al 2026): dunque, le
risorse nazionali si affiancherebbero a quelle comuni (con una proporzione, il
primo anno di 9 a 1), per poi essere sostituite integralmente dal fondo comune
al termine del periodo transitorio;
·
la decisioni relative alla mobilitazione del fondo verrebbero
assunte da un comitato (board) composto dalle autorità nazionali di
risoluzione e dalla BCE, con la possibilità per la Commissione europea di porre un veto sulla raccomandazione del board: in quel
caso, (come richiesto, tra gli altri, dalla Germania) la questione verrebbe
rimessa alla valutazione dei ministri dell’Eurogruppo (integrato dai ministri
dei Paesi non euro che aderiscono al sistema unico di risoluzione), che si
esprimerebbe a maggioranza.
La proposta di
regolamento segue la procedura legislativa ordinaria (già procedura di
codecisione): pertanto, il Consiglio ECOFIN dovrà concordare i termini
dell’accordo con il Parlamento europeo, che non ha ancora definito la
propria posizione negoziale, e che potrebbe sollevare obiezioni, in
particolare, sull’uso di un accordo intergovernativo, al di fuori del quadro
giuridico dell’UE.
In tema di unione bancaria è
opportuno ricordare che il 12 dicembre i rappresentanti del Consiglio del’UE,
del Parlamento europeo e della Commissione, in sede di trilogo, hanno raggiunto
un accordo sulla proposta di direttiva che istituisce un
quadro comune di risanamento e di risoluzione delle crisi degli enti
creditizi e delle imprese di investimento.
La
direttiva, che entrerebbe in vigore nel 2016, mira a limitare l’impatto
sui bilanci pubblici degli interventi di salvataggio delle banche in crisi (cd.
bail-out), introducendo il principio per cui la ricapitalizzazione
degli istituti di credito è affidata in primo luogo ad azionisti,
obbligazionisti e creditori delle banche stesse (cd. bail-in).
Il nuovo sistema prevederebbe:
-
la vendita di parti delle
attività detenute;
-
la costituzione di una società “ponte” consistente nella cessione,
anche senza il consenso degli azionisti, della totalità o di una parte delle
attività, diritti o passività ad un ente interamente o parzialmente di proprietà
delle autorità pubbliche (che possono includere l’autorità di risoluzione
delle crisi), costituito allo scopo di esercitare
alcune o tutte le funzioni dell’ente soggetto a risoluzione della crisi;
-
la costituzione di una bad
bank per la
gestione degli asset di
cattiva qualità;
-
il coinvolgimento dei creditori
alla copertura delle perdite (bail-in). In particolare, azionisti e
creditori parteciperebbero al piano di ristrutturazione fino a un limite
massimo dell’8% delle passività della banca, e secondo una precisa gerarchia di
intervento (azionisti, obbligazionisti junior, obbligazionisti senior e
titolari di depositi oltre i 100.000 euro; i depositi sotto questa soglia
verrebbero dunque salvaguardati);
-
qualora le risorse conferite da
azionisti, obbligazionisti e creditori non siano sufficienti, ci si potrà
rivolgere al fondo unico di risoluzione istituito nel quadro del SRM,
per un ammontare fino al 5% delle passività della banca in crisi.;
-
i singoli Governi potranno
considerare eccezioni al contributo delle diverse categorie di creditori, chiedendo tuttavia, caso per caso, autorizzazione alla
Commissione europea, che può dare parere negativo.
giovedì 26 dicembre 2013
L'ENI in Piazza San Pietro
Il pomerigio del 25 dicembre sono andato in piazza San Pietro e ho trovato il restauro di una delle fontane della piazza sponsorizzato. Il giorno dopo ho visto un telegiornale con delle interviste ad alcuni fedeli. E, attraverso le immagini del TG, quel pannello era ben visibile. Bella pubblicità. Una bella sponsorizzazione che mi ricorda quella della Chiesa di Ponte Milvio. Chissà se lassù sono d'accordo. E chissà cosa pensa Papa Francesco quando si affaccia e vede una delle sue magnifiche fontane sequestrata da un collosso petrolifero che certo non si ispira alla "Centesimus annus"....Se continua così tra qualche giorno vedremo anche una bella pompa di benzina in Piazza San Pietro. Alla faccia della ventata di novità di questo pontificato.
Skytg24 e la chiama sulla fiducia alla legge di stabilità
L'informazione parlamentare è importantissima. Ma quando si scambiano lucciole per lanterne è giusto dirlo. Guardate quello che è accaduto qualche giorno fa su Skytg24. Durante le votazioni sulla fiducia alla legge di stabilità, è apparsa la finestra active del canale 504 che dava conto della chiama in corso sulla fiducia. La chiama sulla fiducia viene fatta subito dopo le dichiarazioni di voto. Ma a quanto pare chi si occupa dell'informazione politica di Sky non riesce a distinguere tra quella che è nota per essere una "dichiarazione di voto" e la semplice "espressione del voto". E invece, su Sky, hanno scritto che erano in corso le dichiarazioni di voto....
martedì 24 dicembre 2013
Firenze ha bisogno di un sindaco a tempo pieno
Intervista a Claudio Fantoni
Voce Repubblicana, 24 dicembre 2013
di Lanfranco Palazzolo
Firenze
ha bisogno di un sindaco full-time. Lo ha detto alla “Voce Repubblicana” l'ex
assessore al Comune di Firenze Claudio Fantoni, unico avversario di Matteo
Renzi alle primarie del Pd a Firenze. Ecco cosa ci ha detto.
Claudio
Fantoni, cosa sta accadendo a Firenze sulle elezioni primarie e perché in
passato ha abbandonato la giunta Renzi?
“La
rottura con Matteo Renzi è un fatto ormai noto. Ho lasciato la Giunta di
Firenze a causa delle divergenze politiche con Renzi sulle politiche di
Bilancio e sulla tenuta dei conti del comune e sull'indirizzo oggettivo che
aveva preso la politica della giunta. Nelle politiche della spesa del Comune vi
erano degli elementi positivi, ma la politica del Comune era troppo
condizionata da fattori esterni e dalla campagna elettorale permanente di
Renzi. Questa situazione ha condizionato la politica di Matteo Renzi. Una parte
della base che mi ha proposto di candidarmi alle primarie per il Comune di
Firenze vuole che si ragioni sul futuro della città. Nessuno vuole che si pensi
che Firenze si trovi in una condizione di normalità”.
Qual
è il problema?
“Oggi
abbiamo un sindaco uscente al primo mandato che è diventato anche il segretario
del Partito democratico. Il problema che solleviamo nel Partito democratico non
è formale, ma è sostanziale. Come si fa a gestire due incarichi di questa
natura proprio nell'attuale momento?! Il buon senso dice che non è possibile.
Se il sindaco non recupera questo buon senso allora facciamo una verifica sullo
strumento democratico del Pd: le primarie. Questo è il punto che vogliamo
sollevare”.
Lei
ha più volte attaccato Renzi dicendo che l'azione politica del segretario del
Pd è incoerente. A cosa allude di preciso?
“Il
sindaco di Firenze Matteo Renzi ha dichiarato che vuole proporre la politica delle
larghe intese a Firenze, quelle larghe intese che ha contestato a livello
nazionale. E' da tempo che il segretario del Pd Renzi dice che una parte del Pd
fiorentino dovrebbe staccarsi dal partito, alludendo alla sinistra del Pd. Il
riferimento non è solo alla sinistra del Pd, ma a tutta quella parte del
partito che solleva i temi di cui ho parlato prima: il futuro della città. La
città ha bisogno di un sindaco a tempo pieno. Il sindaco Renzi ha detto che non
ci sono problemi e che è disposto ad affrontare una scissione se non si farà
come chiede lui. Anzi, si sta preparando ad una coalizione di centrodestra con
l'appoggio di liste civiche”.
In
queste settimane si stanno cercando di cambiare le regole delle primarie?
“Il
Pd toscnao ha determinato un nuovo regolamento per le primarie. Su questo
potrebbe esserci un ricorso. Lo scopo di questa iniziativa è quello di evitare
le primarie. Questa è una contraddizione per Renzi, che queste primarie le ha
sempre invocate”.
sabato 21 dicembre 2013
Quell'Unione che non piace al Parlamento europeo
Intervista a David Carretta
Voce Repubblicana, 21 dicembre 2013
di Lanfranco Palazzolo
Il Parlamento europeo e la Bce non sono
soddisfatti per l’accordo sull’Unione bancaria europea. Lo ha detto alla “Voce
Repubblicana” il corrispondente di Radio Radicale a Bruxelles David Carretta.
David Carretta, come è stato raggiunto
l’accordo sull’Unione bancaria nel corso della riunione dell’Ecofin?
“I
ministri delle Finanze dell’Ecofin hanno raggiunto un accordo nella notte tra
il 18 e il 19 dicembre su questo secondo pilastro dell’Unione bancaria. Si
tratta di un progetto che mira ad evitare future crisi della zona euro e
rompere il circolo vizioso tra crisi del sistema bancario e crisi del debito
sovrano e conti pubblici”.
Qual è l’obiettivo di questo accordo?
“E’
che i paesi europei non debbano più pagare e mettere le mani al portafoglio per
salvare le banche. L’accordo prevede un meccanismo unico di risoluzione che
potrebbe fare un passo in avanti verso questa direzione. Questo meccanismo
prevede l’istituzione di un’autorità unica che avrà il potere di ristrutturare
o chiudere le banche”.
Cosa prevede il ruolo di questa
autorità?
“Questa
autorità dovrebbe coprire circa 300 grandi banche della zona euro. E sarà
affiancata da un fondo di risoluzione alimentato da tasse sul sistema bancario.
E che avrà il compito di intervenire e di ricapitalizzare le banche che sono
considerate sane. L’obiettivo del fondo è quello di mutualizzare i rischi
bancari senza che questi pesino sul contribuente. Il meccanismo di questo
organo è abbastanza complesso. La mutualizzazione dei rischi bancari avverrà in
10 anni, in modo molto progressivo. Il fondo potrebbe essere sostenuto ad una
sorte di paracadute finanziario comune. Si chiama back-stop. E’ una sorta di
fondo-salvafondo finanziato da tutti i paesi dell’Unione europea. Una
mutualizzazione vera e propria”.
Sappiamo che ci sono stati dei problemi
in questo lungo negoziato. Quali sono i punti che appaiono ancora irrisolti?
“Ci
sono alcuni punti ancora poco chiari, vaghi e incerti. Ora si aprirà anche un
negoziato con il Parlamento europeo che ha giudicato questo accordo troppo
complicato. Lo stesso discorso vale anche per la Banca centrale europea che ha
manifestato alcune perplessità. La Bce ha fatto sapere che il fondo non sarà
immediatamente dotato del paracadute finanziario. Mentre i ministri delle
Finanze europee sono tutti rimasti molto soddisfatti dell’accordo, come ha
anche detto il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni. Il commissario ai
servizi Finanziario Michel Barnier ha detto che questo è un ‘giorno memorabile’
per l’Unione europea. Molti hanno fatto un paragone tra questo accordo e il
trattato di Maasticht. Ma il vero test di questo accordo lo avremo solo nel
caso di una vera e propria crisi”.
venerdì 20 dicembre 2013
Cambiamo la cultura sul carcere
Intervista a Rosario Tortorella
Voce Repubblicana,
20 dicembre 2013
di Lanfranco Palazzolo
Oggi,
più che mai, è necessario cambiare la cultura sul carcere. Lo ha detto alla
“Voce” Rosario Tortorella, segretario del Si.Di.Pe. (Sindacato dei dirigenti
penitenziari).
Rosario
Tortorella, perché si è fatto promotore della marcia a favore dell'amnistia?
“Noi
aderiamo alla marcia per l'amnistia perché i direttori penitenziari intendono
prendere le distanze da un certo modo di pensare l'esecuzione della pena. In
coerenza di quelle che sono le richieste della Cedu, che la pena sia rispettosa
dei diritti della persona e della dignità umana. In questo senso sono state
fatte alcune cose: si sono attivati nell'amministrazione penitenziaria, si è
attivato il ministro della Giustizia, ma si deve fare ancora di più. Anche i
direttori dei penitenziari soffrono per la situazione delle carceri e per
l'impossibilità di assicurare quei diritti fondamentali che la Costituzione e
l'ordinamento penitenziario prevedono e sono impossibilitati a rispettare. Non
solo. Essi stessi vivono questa situazione di disagio con ripercussioni
importanti sulla loro attività professionali perché questa comporta grosse
difficoltà che vengono risolte grazie al contributo di tutti gli operatori
penitenziari”.
Nei
giorni scorsi si è verificato un grave episodio nel carcere di Torino che ha
provocato due morti tra il personale impegnato in quell'istituto penitenziario.
Parlare di questo episodio è molto difficile. Vuole dire qualcosa su questo?
“Parlare
di questo argomento è molto difficile, ma è necessario farlo. Le persone
coinvolte nel fatto erano persone normali, che erano state definite come
persone 'splendide'. Il fatto che un episodio del genere abbia colpito queste
persone è indicativo della situazione che si vive in questa situazione. Ecco
perché occorre attenzione nei confronti della polizia penitenziaria, per gli
operatori psicopedagogici e in funzionari giuridici. La situazione è abnorme.
Il punto di equilibrio di questa situazione sono i dirigenti penitenziari che
sono gli armonizzatori di questo delicato equilibrio. Tutto questo avviene
mentre la spending review si è abbattuta sulle nostre carceri”.
Qual
è il problema di queste strutture?
“Il
principale problema è che non tutti gli istituti penitenziari hanno un
direttore. Oggi, purtroppo, abbiamo più strutture dirette da un solo dirigente
mentre si stanno implementando le misure alternative, che chiediamo di
applicare da anni”.
I
reati che riempiono le carceri sono quelli sugli stupefacenti e quelli
finanziari? La custodia cautelare è sempre necessaria?
“Occorre
cambiare la cultura sul carcere e quella sulla sicurezza della collettività.
Non tutti i problemi si risolvono con il carcere. Il decreto svuota-carceri e
il nuovo decreto della Cancellieri ha avviato questo percorso, però occorre
fare di più”.
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