Intervista ad Alessandro Gerardi
Voce Repubblicana, 31 maggio 2013
di Lanfranco Palazzolo
L'autodichia
è un istituto che deve essere abrogato per rendere gli organi
costituzionali soggetti alla legge ordinaria. Lo ha detto alla “Voce”
Alessandro Gerardi, autore, insieme ad Irene Testa, di “Parlamento
zona franca. Le camere e lo scudo dell'autodichia” (Rubbettino).
Alessandro
Gerardi, i radicali si sono sempre battuti per impedire l'autodichia,
quella particolare prerogativa dei due rami del Parlamento di
risolvere, attraverso un organismo giurisdizionale interno, le
controversie insorte con i propri dipendenti. Perché questo istituto
continua a sopravvivere nel nostro paese e resta intoccabile?
“Questo
è un argomento ancora tabù per l'ordinamento italiano. Per come si
è consolidata, l'autodichia i nostri costituenti hanno stabilito che
le guarentigie, le immunità delle Camere e di tutti gli altri organi
costituzionali sono tassative. Le forze dell'ordine e le persone
estranee non possono entrare in aula alla Camera e al Senato”.
Queste
guarentigie si sono estese ad altri organi che non fossero le Camere?
“Queste
prerogative sono state estese agli organi amministrativi degli organi
costituzionali, a tutto ciò che attiene agli organi amministrativi
che nulla hanno a che vedere con l'esercizio di funzioni che vengono
definite come costituzionali, a tutti i regolamenti che disciplinano
gli aspetti relativi al personale e agli uffici della Camera e del
Senato. Questi provvedimenti vengono inclusi nell'ambito delle
guarentigie costituzionali. In Italia si è consolidata questa
consuetudine impropria del principio dell'autodichia”.
I
tentativi di riforma dell'autodichia sono stati portati avanti da
gruppi parlamentari oppure da singoli parlamentari?
“Nella
scorsa legislatura è stata portata avanti questa battaglia con atti
di sindacato ispettivo, con alcuni ordini del giorno e con proposte
di legge. In occasione delle discussioni di bilanci interni dalla
Camera e del Senato nel 2008 e nel 2009 i radicali hanno sollevato
questioni che erano un tabù come l'anagrafe patromoniale degli
eletti, che i rendiconti dei partiti politici fossero esaminati dalla
Corte dei Conti. Abbiamo voluto vederci anche chiaro anche per altri
aspetti, come ad esempio gli appalti assegnati dalla Camera e dal
Senato ai fornitori”.
Come
si abroga l'autodichia?
“Basterebbe
approvare una proposta di legge. La deputata Rita Bernardini ha
presentato una pdl per togliere questo istituto. Al Senato ci ha
pensato il senato Alberto Maritati. Per la verità sarebbe necessario
modificare i regolamenti parlamentari. Ma con la presentazione di
alcune proposte di legge abbiamo voluto dare un carattere di
solennità alla questione affinché il tema fosse discusso in aula.
Ma su queste norme c'è la riserva di legge domestica. E perciò non
possono essere modificate con una legge ordinaria”.