Intervista a Fausto Papetti
Voce Repubblicana, 5 marzo 2013
di Lanfranco Palazzolo
Il
M5S è il primo partito del Veneto. Lo ha detto alla “Voce
Repubblicana” il direttore de “Il Gazzettino” di Venezia
Roberto Papetti.
Direttore
Papetti, il Movimento 5 Stelle ha ottenuto un grande risultato alle
ultime elezioni politiche, ma anche il Partito democratico ha tenuto.
Come sono andate le elezioni in Veneto?
“Il
Partito democratico è il secondo partito in Regione. Il partito di
Grillo è il primo partito in tutte le provincie del Veneto con
l’esclusione della provincia di Rovigo. In questa provincia il
Partito democratico ha mantenuto la sua leadership. Il Pd è passato
da terzo partito a secondo partito. Questo non è accaduto perché il
Pd ha guadagnato voti. Anzi, il Partito democratico ha continuato a
perdere consensi. Ci sono stati altri partiti che hanno perso un
numero maggiore di consensi. La Lega Nord ha perso un terzo dei suoi
consensi. E il Pdl è arretrato meno degli alleati leghisti, ma ha
perso molti voti. Oggi esistono tre poli. La maggioranza relativa è
ancora dell’area di centrodestra classica dell’alleanza Pdl-Lega.
Poi ci sono aree omogenee, intorno al 24-25 per cento che sono il
Partito democratico e il M5S”.
Con
questo voto l’Italia è diventata tripolare o ritiene che il
Partito democratico e il M5S sono soggetti omogenei?
“Io
parlerei di quattro poli, se consideriamo il partito di Mario Monti.
Se consideriamo i rapporti tra il Pd e il M5S, mi sembra che le
possibilità di un’intesa mi sembrano molto limitate. Faccio
fatica, anche tenendo conto dei temi che vengono affrontati
nell’agenda politica in Veneto, dei terreni di possibile incontro
tra Pd e M5S. Anzi, in questi giorni stanno emergendo soprattutto le
differenze tra Pd e M5S su temi come quelli che riguardano i
collegamenti stradali in Veneto. Mi sembra che queste polemiche
stiano emergendo anche a livello nazionale”.
Crede
che con il sistema delle preferenze il successo di questo movimento
sarebbe stato molto più circoscritto?
“Io
credo che se i partiti politici avessero fatto il loro dovere,
cambiando la legge elettorale, il successo di questo movimento non ci
sarebbe stato in questa proporzione. Su questo non ci sono dubbi. I
sondaggi fatti prima delle elezioni individuavano nell’incapacità
dei partiti di fare le riforme la ragione del voto verso il M5S”.
Come
è andato il voto in zone operaie come quelle di Porto Marghera?
“A
Marghera il M5S ha preso il 32 per cento dei voti. Il voto operaio è
andato a loro. Ma il M5S ha preso voti anche nel Trevigiano,
togliendo soprattutto voti alla Lega. Il Movimento di Grillo ha
pescato in aree dove cova un’insoddisfazione nei confronti dei
grandi partiti”.
A
Verona cosa è successo?
“Qui
c’è stata una debacle della Lega. I voti che hanno fatto diventare
sindaco Flavio Tosi si sono volatilizzati”.