Intervista a Stefano Ficorilli
Voce Repubblicana, 12 aprile 2013
di Lanfranco Palazzolo
Il
decreto Salva-Ilva ha una peculiarità tutta sua che non ha mai avuto altri
riscontri nel diritto italiano. Lo ha detto alla “Voce” l'avvocato del WWF
Stefano Ficorilli.
Avvocato
Ficorilli, lei ha seguito l'udienza della Consulta che ha negato l'illegittimità
del Decreto Salva-Ilva.
“Preciso
che non ho rappresentato il WWF dinnanzi alla Corte, ma ho seguito la
presentazione delle memorie alla Corte Costituzionale. Queste memorie non hanno
consentito l'intervento della nostra associazione presso la consulta. La Corte ha dichiarato
inanmmissibile il nostro intervento e quello di Federacciai e di Confindustria.
Non abbiamo ancora le motivazioni della sentenza, ma possiamo solo fare
valutazioni sul breve comunicato di martedì. La Corte Costituzionale
ha ritenuto che con questo decreto non sono stati violati i parametri di
costituzionalità evocati dalla Procura di Taranto e dal Gip del tribunale del
città pugliese”.
Con
quali motivazioni?
“Secondo
la Corte questo
è accaduto perché questo decreto non influirebbe sull'accertamento delle
responsabilità derivanti dall'inosservanza prescrizioni di tutela ambientale.
Il provvedimento dell'AIA, al quale dovrà attenersi l'Ilva, è un atto
amministrativo per il quale valgono le normali norme di tutela giurisdizionale.
Per questo motivo non sarebbe violata l'autonomia della magistratura. L'altro
ragionamento che la Corte
ha compiuto è che le norme censurate non avranno conseguenza sul giudizio in
corso nei confronti degli indagati. Al di la di questi aspetti tecnici, che giustificano
la posizione della Corte Costituzionale, gli effetti del decreto consentiranno
all'Ilva di produrre acciaio, nei prossimi 36 mesi. In questo periodo l'Ilva
potrebbe anche non adeguarsi alle prescrizioni dell'AIA, adeguandosi ad una
sanzione pecuniaria. I conti dovranno essere fatti solo tra 36 mesi, al momento
della scadenza del decreto”.
Nel
giudizio la Corte
non ha tenuto conto della violazione dell'articolo 32 della Costituzione?
“La Corte entra solo sui
parametri di costituzionalità della legge senza entrare nel merito delle
questioni. E questo lo vedremo al momento della pubblicazione. Secondo la Corte, il decreto legge è
intervenuto compiendo un ragionevole bilanciamento degli interessi in gioco tra
la produttività e della salute ambientale. Il WWF ha ritenuto che questa
ragionevolezza non c'è stata e che non vi sia stato alcun bilanciamento”.
Lei
ricorda che un decreto legge abbia annullato un'ordinanza della magistratura?
“Questo
decreto ha delle peculiarità non riscontrabili. Il decreto nasceva in una misura diversa. Ma
l'intervento del Quirinale lo ha fatto rientrare in una categoria più ampia nel
quale rientrava l'Ilva. E' chiaro che il decreto è stato fatto ad hoc solo per
l'Ilva”.