Intervista a Francesco Muzzioli
Voce Repubblicana, 20 giugno 2013
di Lanfranco Palazzolo
Il
codice del “Gruppo '63” oggi è andato perso nell'attuale
panorama editoriale. Lo ha detto alla “Voce” Francesco Muzzioli,
docente universitario di critica letteraria all'università “La
Sapienza” di Roma e autore de “Il gruppo '63. Istruzioni per la
lettura” (Odradek).
Francesco
Muzzioli, lei ha scritto un saggio molto interessante che ci permette
di riflettere sulla neoavanguardia italiana.
“Questo
libro nasce da una lunga frequentazione con il 'Gruppo '63'. La mia
tesi di laurea ha riguardato questo argomento. Questo tema è stato
oggetto del primo numero di 'Quaderni di critica', gruppo uscito
dalla temperie del '68. Negli ultimi tempi sono tornato spesso su
questi argomenti. E visto che quest'anno ricorreva il 50°
anniversario dalla nascita del 'Gruppo '63' ho pensato bene di
pubblicare questo saggio che raccoglie alcuni atti di convegni e
riflessioni che avevo scritto in passato proprio su questo argomento,
collegandolo al filo rosso della contestazione del testo letterario.
Questa idea sembra molto lontana dalle scelte che oggi sono compiute
dall'attuale mercato editoriale”.
Come
spiega che altri analoghi movimenti letterari, alludo al “Gruppo
'47”, hanno avuto una parabola molto lunga. Mentre il “Gruppo
'63” ha avuto una storia breve.
“E'
senza dubbio vero che il 'Gruppo '63' nasce con il convegno di
Palermo. Però potremmo retrodatare questo movimento con 'L'antologia
dei novissimi' che può essere considerato il primo nucleo di questo
movimento. Anche se è vero che la fine della neoavanguardia viene
collocata nel 1969, fino alla seconda metà degli anni '70 continuano
ad esserci degli incontri di una certa atmosfera. Il clima cambia
nella seconda metà degli anni '70. Anche il futurismo ebbe una
storia breve con una prosecuzione analoga a quella della
neoavanguardia. Nel 1968 questo 'Gruppo' si incontra anche con la
contestazione politica. Ed è lì che salta in aria. Qualcuno disse
che la contestazione è passata di mano”.
Il
“Gruppo '63” aveva una connotazione politica marxista, ma la sua
produzione letteraria era solo per pochi.
“Questo
discorso è stato affrontato molte volte e riguarda la nozione di
avanguardia nel suo complesso. Potremmo ricondurre questo dissidio al
confronto tra realismo e avanguardia. In questo periodo il tema del
realismo è tornato in primo piano”.
Il
“Gruppo '63” ha inneggiato alla violenza?
“Violenza
verbale semmai....”.
Nel
suo libro c'è una raffigurazione di un manifesto di Nanni Balestrini
che inneggia alla violenza operaia....
“La
contestazioni dell'avanguardia riguardano il linguaggio. Nessuno
inneggia alla violenza terrorista. Lo stesso Edoardo Sanguineti aveva
una grossa chiusura contro il '68. La sua visione marxista lo portava
a pensare che la rivoluzione dovevano farla gli operai”.