Voce Repubblicana, 27 giugno 2013
Intervista a Gaetano Pecorella
di Lanfranco Palazzolo
E'
necessario istituire un'alta corte che giudichi i magistrati per i
propri errori. Lo ha detto alla “Voce” l'avvocato Gaetano
Pecorella.
Avvocato
Pecorella, in questi giorni il clima politico è rimasto infuocato
sui temi che riguardano la giustizia. Cosa pensa di quei referendum
che intendono cambiare radicalmente il sistema giudiziario italiano a
cominciare da una reale separazione delle carriere tra giudici e Pm?
“Bisogna
dare atto ai radicali che, attraverso questi referendum, sono
riusciti a imprimere una svolta alla situazione del nostro paese.
Certo, quando poi andiamo a fare le leggi di attuazione, dopo che il
corpo elettorale si è espresso, il Parlamento non interpreti bene la
volontà degli italiani. Se non ricordo male, c'era già stato un
referendum che aveva già detto di sì all'abrogazione della legge
che impediva la separazione delle carriere. Noi riuscimmo, quando ero
presidente della Commissione Giustizia – di introdurre un
meccanismo di separazione delle carriere che imponeva ai magistrati,
entro cinque anni, di scegliere tra una carriera e l'altra. Questo
sarebbe stato un meccanismo di separazione delle carriere. Nel 2006,
quando arrivò al ministero della Giustizia Clemente Mastella
abrogò questa norma. Questo significa che i magistrati hanno una
grande forza politica al punto di imporsi nei confronti di un'area
politica come quella del centrosinistra. Un Parlamento che andasse
contro un referendum del genere perderebbe anche la sua legittimità”.
Per
la responsabilità civile del magistrato pensa che si possano fare
dei passi in avanti?
“Chiunque
esercita una professione può commettere un errore. Ecco perché
bisogna essere molto prudenti quando si stabilisce la responsabilità
civile dei giudici. Ma oggi, con il meccanismo attuale, è come se
non ci fosse alcuna responsabilità dei giudici. Oggi il giudice non
risponde assolutamente di nulla. Il grande problema sulla
responsabilità del giudice non è affermare che il giudice risponde
dei suoi errori – questo è ovvio -, ma chi giudica i giudici?
Questo è il nodo della questione. Probabilmente bisognerebbe pensare
a quell'istituto di cui parlò anche Luciano Violante: un'Alta corte
di giustizia che ha il compito di giudicare disciplinarmente i
giudici per la responsabilità civile e per i loro errori”.
Sui
magistrati fuori ruolo crede che sia necessario porre fine a questo
“malcostume”?
“Se
tutti i magistrati facessero i magistrati in Italia non ci sarebbero
problemi di organico. Ma è anche vero che per certi incarichi 'fuori
ruolo' è necessario scegliere dei magistrati. Si potrebbe pensare
anche agli avvocati, ai docenti universitari. La prima cosa da fare è
stabilire un tetto per questi incarichi e i tempi per impedire che
questi incarichi diventino una regola”.