Intervista ad Andrea Casazza
Voce Repubblicana, 4 dicembre 2013
di Lanfranco Palazzolo
Il
primo nucleo della lotta armata a Genova nacque da un gruppo di
persone deluse dal Pci e che avevano sostenuto i sindacati. Lo ha
detto alla “Voce” Andrea Casazza, autore de “Gli imprendibili.
Storia della colonna simbolo delle Brigate Rosse” (DeriveApprodi) .
Andrea
Casazza, il prologo dell'esperienza criminale delle Br genovesi ha il
prologo nell'esperienza del gruppo XXII ottobre, nato alla fine degli
anni '60 nel capoluogo ligure.
“Il
gruppo XXI ottobre rappresenta senza dubbio un'esperienza unica nel
panorama della lotta armata in Italia. Questo gruppo nasce alla fine
del 1969 con grande anticipo rispetto a quelli che saranno definiti
come gli anni di piombo. Il gruppo di queste persone che avviano
l'esperienza di cui stiamo parlando hanno avuto esperienza nel
Partito comunista italiano e nei sindacati e nell'associazionismo
cattolico. Sono tutti convinti che l'esperienza della Resistenza sia
stata tradita”.
Con
chi si mettono in contatto?
“Dopo
lo scalpore dei primi attentati si mettono in contatto Con
Giangiacomo Feltrinelli e con i suoi GAP, organizzano una serie di
attentati e mettono a segno una serie di rapine e il primo rapimento
politico nella storia del terrorismo italiano, quello di Sergio
Cabona, figlio di una ricca famiglia genovese. La storia del gruppo
XXII ottobre finisce con l'attentato all'istituto Case popolari di
Genova, nel quale viene ucciso un fattorino. Dalle prime valutazioni
delle forze dell'ordine questo gruppo viene considerato come una
banda di rapinatori. Solo all'indomani della rapina allo IACP si
scopre che il gruppo ha organizzato una serie di attentati politici.
La vicenda desta un grosso scalpore politico. Molti di questi
militanti – si scopre con grande scalpore - avevano dei legami con
la sinistra italiana. In questa fase avviene l'avvicinamento con le
Br”.
Qual
è la particolarità delle BR genovesi?
“E'
la colonna che subisce meno infiltrazioni e meno perdite nell'arco
della stagione degli anni di piombo. Inoltre, la colonna genovese
colleziona una serie di tristi primati: è la prima che rapisce un
giudice; che mette a segno il delitto di un magistrato, il giudice
Coco nel 176; che rapisce un industriale, l'industriale Costa e
uccide l'operaio Guido Rossa”.
Che
effetto ha avuto l'assassinio di Guido Rossa?
“Ebbe
indubbiamente un effetto negativo sulla percezione della lotta armata
terroristica a Genova. Molti operai che avevano guardato con simpatia
la lotta armata si allontanarono da quelle idee, anche se non ci fu
mai un vero consenso nei confronti della colonna genovese delle Br”.
La
pratica violenta delle Brigate Rosse nasce dalla colonna genovese
delle Br?
“No,
non è così. La compartimazione delle Br prevista da Mario Moretti
veniva valutata, decise e discussa su base nazionale. Questo avveniva
sempre”.